LA VOGLIA DELL'APPARIRE AL PREZZO DI AFFETTI E SALUTE

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I n questa epoca di social ed individualismo, si danno false priorità alla ricerca spasmodica di affermazione sociale, che ci spinge sempre più a considerare tutto il resto, come gli affetti e la salute, una questione di minor importanza da poter delegare ad altri. Quasi come se la salute o le relazioni fossero paragonate all’importanza di un telefonino che sì porta in assistenza a riparare al primo segnale di malfunzionamento, o forse anche meno importante. Questo modo di pensare però ha un prezzo molto alto, perché va a cancellare sempre di più quella doverosa consapevolezza che ognuno di noi dovrebbe avere per se stesso, curando le relazioni con i propri cari e facendo attenzione alla salute del proprio corpo. Invece, si finisce per riporre fiducia cieca nei suggerimenti che arrivano dall'esterno e ci si allontana da quella capacità, che tutti abbiamo dentro di noi, di ascoltarci. Io sono del parere che gli affetti e la salute sia una responsabilità strettamente personale di cui...

CHI DECIDE PER TUTTI NOI?

chi decide per le grandi masse

Noi popolo dei seguaci di qualcuno, che viviamo in un paese libero, ogni giorno decidiamo come vestirci, come mangiare, cosa comprare, quale autovettura guidare, quale palestra frequentare, chi votare ecc… Ma è proprio così?

Un tempo c’era solo la vecchia e cara tv con i suoi caroselli, poi diventata pubblicità, che tentava con i suoi spot di conviverci ad acquistare un dentifricio piuttosto che un altro. Poi il fenomeno si è ampliato e le scelte che ci hanno proposto sono diventate sempre più complesse. La vita è l’insieme delle scelte che facciamo, una strada piena di incroci in cui ognuno di noi orienta la direzione in base alla propria indole. Ma siamo davvero sicuri di poter scegliere? Vivere in Occidente dove la libertà individuale è al centro del pensiero contemporaneo, in cui non ci sono imposizioni dittatoriali che si impongono sul nostro stile di vita ci fa pensare di essere liberi di scegliere. In realtà alla domanda sulla scelta risponde che non è proprio così. Secondo alcune analisi psicologiche la maggior parte delle nostre scelte è di fatto dettato dalla società che ci circonda che purtroppo opera senza che ce ne accorgiamo. Crediamo di scegliere, ma di fatto seguiamo la corrente invisibile in cui siamo immersi, scelta da qualcun altro. Oramai esiste la rete con tutti i social network che propongono, loghi, app, cantati, attori, politici, beni e ci guidano, senza che ce ne accorgiamo, in una direzione anziché in un’altra. Con il fenomeno dilagante dei Pokemon siamo giunti all’assurdo punto in cui, ormai, un telefono ci dice in che direzione andare per raggiungere il posto di lavoro. Magari sulla strada che ci propone, ci fa fermare davanti ad un negozio che vende una bibita che poi compriamo. Quando un influencer o un personaggio pubblico viene visto consumare o approvare prodotti di qualsiasi tipo, come cibi e bevande ricchi di sale, grassi e zuccheri, spesso provoca un effetto determinante. Infatti, influenza i comportamenti d’acquisto degli altri ed anche una semplice azione di un personaggio famoso può avere un impatto significativo e pertanto non deve essere sottovalutata. I grandi marchi spendono miliardi in pubblicità di questo genere e di certo non lo fanno a caso. Gli investimenti di marketing digitale per la promozione di prodotti non salutari continuano a crescere e si concentrano gran parte sul coinvolgere gli influencer affinché parlino e mostrino l’utilizzo, attraverso la vetrina dei social media, di prodotti di marca al fine di posizionarli e promuoverne l’acquisto. Questo campo è ancora altamente non regolamentato e l'industria ne sta approfittando per promuovere prodotti non salutari, a target di destinatari differenti, compresi bambini e giovani. Tutto questo accade perché forse siamo come animali che preferiscono vivere con le loro abitudini dettate da un capo branco comodo da seguire, piuttosto che sforzarsi a riflettere. In effetti, è meno faticoso far decidere agli altri, piuttosto che fermarsi a decidere con la propria testa, prendendosi delle responsabilità, con la consapevolezza di poter sbagliare. Ognuno di noi spesso si trova in bilico tra due spinte che lo trascinano apparentemente in direzioni opposte, una è quella a distinguersi dalla massa per rimarcare una propria identità e personalità, l’altra è quella di integrarsi e sentirsi parte di un gruppo o di una collettività senza essere esclusi. Di fatto si finisce quindi con l’assecondare le tendenze del momento inconsapevolmente. Come vestirsi, che musica ascoltare, che serie televisive vedere, che libri leggere, quali bevande bere, cosa mangiare o cosa demonizzare. Tutte scelte frutto del condizionamento sociale e non del libero arbitrio. Però il fatto che le nostre scelte siano fortemente condizionate dall’ambiente e non prese direttamente da noi non è necessariamente un male. Molte persone vivono con difficoltà il peso di dover prendere decisioni importanti, come quale facoltà scegliere o che lavoro cercare; sapere che la propria scelta non condizionerà particolarmente l’esito della propria vita potrebbe alleviare certi problemi. Per ogni decisione che prendiamo rinunciamo a molte altre opzioni, ma alla fine probabilmente la nostra vita non cambia più di tanto, perché la nostra indole, la società che ci circonda e il tempo in cui viviamo non sono parametri che possiamo modificare. Da una parte credo che sia inutile dunque crucciarsi per una scelta sbagliata fatta, anche perché a volte probabilmente le cose non sarebbero andate comunque diversamente. D’altro canto non possiamo andare avanti mettendo solo un “mi piace” -telecomandato- senza sapere che cosa stiamo veramente promuovendo o scegliendo. Forse può essere accettato sei si tratta di vestito, ma pensate se diventa così per dare consenso ad un politico che poi deciderà per noi.

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