Ogni persona ha ciò che non vuole, e ciò che vorrebbe l’hanno gli altri.
(Jerome Klapka Jerome)
L’invidia è quel sentimento di rammarico che
si prova per il successo e la felicità altrui, sia che l'interessato viva
ingiustamente una esclusione da tale successo, sia che lo possieda e ne voleva l'esclusiva.
L’insoddisfazione generalmente arriva per non essere riusciti a raggiungere un
qualcosa che altri invece hanno conquistato. Quando si è affetti da gelosia si
fanno sempre paragoni.
Uno ha l’aspetto più bello, l’altro ha la
macchina più bella, uno ha un corpo fantastico, uno ha la casa dei sogni, uno
ha tantissimi soldi, qualcun altro ha un talento innato, un altro ancora ha
tanta personalità, uno ha tanta fortuna. Tutti questi confronti con le persone
che vedi possono inevitabilmente farti provare invidia, perché sei
profondamente geloso di quello che tu non sei. Per misurare noi stessi siamo
indotti a paragonarci con gli altri, forse per realizzare meglio quanto possiamo
valere, senza sapere che infondo ognuno di noi a modo suo è unico e che i
paragoni vanno bene fino a quando cono costruttivi.
Ognuno di noi è straordinario, misurarsi in
tutto e con tutti è un atteggiamento immaturo, perché nessuno è uguale ad un
altro ed ognuno è unico, non vi è alcun bisogno di essere la copia di qualcuno
che già esiste. Capire questo vuol dire cancellare l’invidia.
Guardare gli altri non va sempre bene, è il
solito discorso che l’erba del vicino è sempre più verde, senza fermarsi un
attimo a capire che forse anche quello stesso vicino farà lo stesso ragionamento
verso di te e magari penserà che sei tu ad essere più fortunato e felice di
lui. Fermiamoci a pensare per un secondo su questo aspetto. Due vicini che si
invidiano l’un l’altro pensando di avere entrambi, l’erba meno bella dell’altro.
Oggettivamente non può essere così, eppure entrambi si invidiano
vicendevolmente diventando cattivi verso s e stessi e gli altri.
Alla stessa stregua vi sono poi persone che
sanno di avere l’erba più bella di tutti, ma quando si rendono contro che
esistono anche altre persone che godono di un’erba di tutto rispetto, iniziano
a sentirsi meno allegri perché si vuole vivere l’esclusiva. Un meccanismo
contorto dove se qualcuno è infelice, ti senti meglio; dove se tutti perdono
qualcosa tu ti senti bene; al contrario se tutti riescono ad avere successo
come, non va bene o ancora peggio se tutti hanno successo e tu no. Quella è una
vera pillola amara da digerire ma poi spesso non è come sembra. Tu sai bene
quello che accade a te ma non conosci quello che accade agli altri e per questo
si diventa invidiosi. Però per gli altri è la stessa ed identica cosa, ti
vedono dall'esterno e sanno bene cosa c'è al loro interno, e ciò crea invidia. Tu misurandoti con gli altri pensi di non
valere nulla, mentre gli altri ti appaiono appagati, ma in realtà potrebbero
essere solo apparenze false. Tu conosci la tua interiorità, sei l'unico a
conoscerla veramente mentre degli altri conosci solo l’immagine che vogliono
trasmetterti, e viceversa. Però purtroppo l’invidia è la realtà per quanto
dimostrano gli studi.
Non vi è proprio più dubbio l’invidia è
un sentimento molto diffuso. E’ dominante nella maggior parte delle persone e
ci condiziona ogni volta che dobbiamo dare giudizi o valutazioni, sia su di noi
che sugli altri. Lo stato d’animo dell’invidia ci guida tutti i giorni
nelle nostre decisioni, diventando un fattore condizionante. Questa è la
conclusione che ha raggiunto una ricerca condotta in ben quattro Università
spagnole, ovvero la Carlos III di Madrid e quelle di Barcellona, Tarragona
e Saragozza. Non è quindi un semplice parere misantropico di effimeri pseudo
sapienti. Gli studi sono stati eseguiti sui comportamenti umani utilizzando un
fattore che sta diventando infallibile in ogni settore, ovvero un algoritmo già
sperimentato con successo in altri campi come la biologia. Il risultato emerso
è che l’invidia condiziona senza dubbio il comportamento di una persona su tre,
quindi un’alta percentuale.
Sono stati presi in esame ben 541 volontari
ai quali è stato chiesto di decidere come affrontare alcune situazioni, optando
tra comportamenti collaborativi, competitivi, con la possibilità di
privilegiare i propri interessi oppure quelli collettivi. L’algoritmo ha
categorizzato quattro tipi di persone: gli invidiosi, che vogliono sempre
prevalere sugli altri, anche a costo di ottenere meno; gli ottimisti, convinti
di saper scegliere l’opzione che vada bene a tutti; i pessimisti, che hanno
scelto il meno peggio, vedendo negatività in ogni possibilità; i fiduciosi, che
propendono sempre per il gioco di squadra senza pensare ai risultati. Il 60%
dei volontari si distribuisce equamente tra ottimisti, pessimisti e fiduciosi,
ma comunque la categoria degli invidiosi ha raggiunto il 30%.
Almeno lo sappiamo, per colpa di questo
tremendo sentimento o risentimento si diventa falsi verso gli altri, si inizia
a pretendere di avere ciò che non si ha, inizi ad impiantare competizioni
insane, e si fanno speranza di cattiveria verso la sorte di chi ci provoca
invidia. L'essere invidioso porta solo
ad una vita infelice, bisogna smettere di paragonarsi agli altri, così’ si scaccia l’invidia e la
cattiveria. Bisogna essere più maturi apprezzando e rispettando se stessi
innanzitutto.
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