Un buon litigio a viso aperto, portato avanti senza atteggiamenti
di sfida da parte di entrambe le parti, può esser la giusta ricetta per una
relazione duratura. Litigare si, ma mantenere il rispetto, anche dopo che
il litigio è terminato. Ritornare quindi al dialogo il prima possibile e senza
rancori. Questo porta a mantenere un rapporto in modo positivo,
godendo dei benefici innumerevoli. Un consiglio comune a tutti i
litigi è quello di non dire poi si dopo il litigio su quel no che lo aveva
generato, porta solo a successiva distruzione.
Litigare è un aspetto naturale della vita, che si quella di coppia
o del mondo del lavoro o relazione in genere, e può esprimersi attraverso
grandi o piccole discussioni .Addirittura il conflitto può essere un elemento
importante della vita sia è stimolo al confronto ed alla crescita della
relazione, e non diventa invece un mezzo distruttivo.
Litigare e discutere animatamente non è dunque necessariamente
espressione di un malessere nella coppia, ma è qualcosa che fa parte della vita
comunicativa, che a volte si esaspera facendo perdere il controllo anche ai più
calmi, perché poi, solitamente, tutte le parti vogliono concludere mettendoci
su l’ultima parola.
L’importante in una relazione sana è cercare, dopo il
litigio, di capire cosa sia successo, di capire i punti di vista dell’altro,
avere la capacità di autocritica e trovare una giusta via di mezzo per
venirsi incontro. In questo modo se ne esce vincitori mettendo al tappeto la
rabbia. Gli asti, i conflitti non devono essere considerati necessariamente
indice di disagio. A volte sono costruttivi e se vengono gestiti bene, possono
contribuire alla creazione di rapporti più sani, che non cadono nel banale. Non
esistono relazioni esenti da litigi. Solo finti rapporti possono dare un simile
risultato.
Ogni tanto si perdono le staffe e ci si scaglia contro il primo
che capita a segno fino ad aggradirlo in qualsiasi modo. Capita quando, quella
famosa goccia, fa traboccare il vaso con tutto ciò che ne consegue. E’ vero che
la saggezza sfratta l’impulsività, s’impara a tenere a bada la bocca, si cerca
di non litigare, di essere garbati, di utilizzare un tono di voce adeguato.
Insomma con la maturità che avanza si cerca di vivere in armonia, di non creare
problemi, eppure, dietro quell'apparente calma piatta, dietro quel falso mondo
idilliaco, ci può essere lo scontro inevitabile. Allora viene fuori la verità,
perché dietro la vita di ognuno, ci possono essere conflitti che si sono
solidificati.
Anche dietro il buonismo imperante delle
migliori famiglie, dove non sono ammessi atteggiamenti violenti, esiste una
vera dose di aggressività che fa parte del patrimonio umano e quindi va ammesso
ed espresso. Iniziamo a pensare che anche litigare fa bene. Paradossalmente,
gli psicologi, dicono che il soggetto aggressivo, di solito, è quello non
litigioso, che non litiga mai privo di esperienza e di competenza, che non sa
come reagire, quando si trova davanti ad una prepotenza. Qui sfocia
inevitabilmente nella rabbia.
Non è un problema. Il conflitto può
correggere gli squilibri esistenti e stabilire rapporti migliori con gli altri,
può renderli più veri. Quando si perdono le cosiddette staffe le persone che ti
sono vicine dicono: “Sei sempre il solito! Non cambi mai!” provocando
inevitabilmente ulteriore rabbia, conseguente ai rimproveri, magari
un cenno di comprensione o di alleanza porterebbe alla pace.
Non è detto che le guerre nascoste siano meno
crudeli di quelle aperte e dichiarate, anzi. Al contrario proprio lo
scontro diretto può portare al raggiungimento di un equilibrio in un rapporto
conflittuale, portando correttezza e lealtà. Allora, litighiamo pure, se è per
costruire.
diretto può portare
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