Il giorno 20 novembre, in tutto il mondo, si
celebra la Giornata della memoria delle vittime di transfobia. Molte persone
nascono in un corpo percepito a loro come estraneo e lottano contro pregiudizi
e stereotipi sui quali ci sarebbero da scrivere troppe pagine e sui quali
ognuno avrebbe le proprie ragioni con i propri contro e pro. La Disforia
di genere o di disturbo dell'identità di genere, chiamato anche transessualità,
è un forte e persistente desiderio di identificarsi con il sesso opposto,
piuttosto che con il sesso biologico o anatomico avuto, ma non è una malattia
mentale.
Solitamente si sviluppa l'identità di genere fin
da bambini, normalmente intorno ai quattro anni, mentre la condizione di
disforia di genere si manifesta in giovane età. Queste persone possono
sviluppare disagio e menomazione sociale e professionale. La condizione
colpisce il concetto di sé e l'autostima e la scelta di partner sessuali. Non
va comunque confusa la Disforia di genere con l’omosessualità. Spesso possono
soffrire di disturbi d'ansia e altre patologie psichiatriche poiché si sentono
vittime di isolamento sociale. Sono situazioni che indubbiamente creano, molto spesso, vittime di intolleranza e discriminazioni, ma l’argomento è molto
complesso ed andrebbe trattato con molta cautela, perché giusto o no, si tratta
di persone che sentono di vivere prigionieri di un corpo, di un sesso ed uno
stato sociale, con il quale non si legano. Per la scienza la disforia di genere è quel disturbo
che provoca una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello
biologico di appartenenza. Le stime in Italia contano circa 50.000 persone transessuali.
Nel 60% dei casi la transizione è da uomo a donna.
È un mondo sempre in innovazione e più giovane, dove aumenta la fascia tra i 18
e 30 anni. Le nuove generazioni hanno meno vergogna a dichiararsi transgender.
Si tratta generalmente di individui con una preparazione scolastica medio-alta
e spesso sono liberi professionisti con una certa posizione economica. Per
quanto risulta dagli studi fatti, solo nel 10% dei casi, queste persone legano il
loro genere alla prostituzione, contrariamente a quanto generalmente si tende a
pensare.
La Corte Costituzionale con una sentenza dell’anno
2015 ha stabilito che un transgender può cambiare l’identità sul suo documento
anche senza fare alcun intervento chirurgico. Certamente una svolta storica, come sottolineato
dalla onlus Movimento Identità transessuale, perché non tutti i transgender possono
e vogliono operarsi, sia per ragioni economiche che per problemi fisici. Avere
un documento contrario alla propria apparenza sessuale era un problema. Per esempio
rendeva difficile l’accesso ai servizi sanitari o alle agenzie di collocamento.
Un intervento per cambiare genere costa circa 15.000 euro. E’ rimborsato dal
Servizio sanitario nazionale, ma i tempi di attesa sono molto lunghi perché
sono pochi gli ospedali che lo praticano. La soluzione, per coloro che possono, è quella di decidere di farsi operare privatamente oppure all'estero dove sono
un passo avanti, ma i costi sono anche superiori.
Molti sentono la loro diversità ed inadeguatezza
fin da piccoli, con la loro volontà innata di voler appartenere all’altro
sesso, quello che la natura gli ha negato. Poi per pudore o vergogna zittiscono
e vivono nella loro infelicità, fino a quando riescono a sopportare. Poi
inevitabilmente arriva il fatidico momento giusto, quello della decisione ed inizia la transizione. C’è
chi inizia con terapie ormonali, chi chiede il consiglio ad un amico, chi fa sedute
da uno psicologo, chi si rivolge ai primi medici. Molti dicono che quella è la
fase, spesso adolescenziale, in cui tutto diventa un tour infernale tra
psicologi, parenti e amici, che li fanno sentire sbagliati.
Non sarà facile affrontare tutto quello che succede, ma chi sta male
nella sua esistenza probabilmente non demorde per la disperazione di risolvere
la sua infelicità. In fondo sono persone che nascono nel corpo e con il sesso sbagliato
e cercano a ogni costo, lottando contro tutti, per di avere quello giusto. Per la scienza è un disturbo, per altri.....
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