LA VOGLIA DELL'APPARIRE AL PREZZO DI AFFETTI E SALUTE

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I n questa epoca di social ed individualismo, si danno false priorità alla ricerca spasmodica di affermazione sociale, che ci spinge sempre più a considerare tutto il resto, come gli affetti e la salute, una questione di minor importanza da poter delegare ad altri. Quasi come se la salute o le relazioni fossero paragonate all’importanza di un telefonino che sì porta in assistenza a riparare al primo segnale di malfunzionamento, o forse anche meno importante. Questo modo di pensare però ha un prezzo molto alto, perché va a cancellare sempre di più quella doverosa consapevolezza che ognuno di noi dovrebbe avere per se stesso, curando le relazioni con i propri cari e facendo attenzione alla salute del proprio corpo. Invece, si finisce per riporre fiducia cieca nei suggerimenti che arrivano dall'esterno e ci si allontana da quella capacità, che tutti abbiamo dentro di noi, di ascoltarci. Io sono del parere che gli affetti e la salute sia una responsabilità strettamente personale di cui...

COME PREPARARSI AL COLLOQUIO PER L’ASSUNZIONE

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Dopo i tanti sofferti studi scolastici, di qualsiasi livello e genere si arriva al punto in cui ci si chiede cosa fare? Dove lavorare? Molto spesso il primo passo è quello di cercare lavoro nel settore che ci piace poi a volte si cambia direzione, ma a conti fatti, quasi tutti nella loro vita, decidono di provare un colloquio di lavoro. Oggi molte domande si presentano on-line, ma si arriva sempre a stringere e si giunge al punto in cui un esaminatore dovrà parlarti di persona.

Ad un colloquio di lavoro si viene inquadrati solitamente nei primi minuti, durante i quali, quindi, fare uno sbaglio può essere letale. Allora ai più furbi può venire in mente di chiedere consiglio a qualcuno che ha già vissuto l’esperienza, prima di affrontare il colloquio.  Ecco qui alcune buone regole da seguire per una buona riuscita. Poi il resto è affidata alla sorte.
PRIMO. Per prima cosa va redatto un buon curriculum vitae che è il biglietto da visita che procede il colloquio e quindi non deve contenere né errori né refusi. Non va bene anche se è generico o prolisso, se è scritto con caratteri troppo piccoli e poco leggibili o troppo grandi. Deve essere veritiero perché deve rispecchiare le reali capacità del candidato. L’esaminatore esperto capisce subito lo spessore del candidato e le discrepanze rispetto a ciò che ha messo in evidenza nella sua presentazione. Si consiglia una lunghezza massima consentita che è di 3 pagine.
SECONDO. La lettera motivazionale, scritta per accompagnare e dare valore aggiunto al CV, è sovente soggetta a sviste clamorose che vanno a discapito del candidato, meglio controllarla accuratamente. È il caso per esempio di chi, indirizzando la propria candidatura a più società, nell'intestazione della lettera cambia il nome dell’azienda ma non quello della persona di riferimento, l’incarico, l’indirizzo esatto e cose del genere. Una svista di questo tipo pregiudica irrimediabilmente il colloquio, in quanto denota una persona superficiale che non cura i dettagli. La lettera motivazionale dev'essere sintetica e contenere le vere motivazioni che spingono il candidato a fare la sua domanda. Va indirizzata a un nominativo specifico. 
TERZO. Il termine inglese standing qualifica il candidato per come si presenta e si comporta e riunisce l’abbigliamento, la pettinatura, il frasario e il linguaggio del corpo. I selezionatori danno molta importanza allo standing che la persona mostra affrontando un’esperienza come un colloquio di lavoro. Non è solo questione di che cosa si indossa, ma di come lo si indossa. Gli abiti devono essere puliti e stirati, per mostrare coerenza fra l’abbigliamento e motivazioni, pensieri e l’espressione linguistica. È inutile presentarsi in giacca e cravatta se una volta assunti non le si indosserà in modo regolare. Meglio presentarsi con l’abbigliamento abituale. Sconsigliati certi look estremi e l’esibizione di piercing, tatuaggi, pettinature rasate o a cresta di gallo.
QUARTO. Bisogna essere coscienti che trovandosi in una situazione formale, indipendentemente dal ruolo per il quale ci si candida, ci si deve esprimere in toni e modi adeguati. Anche se il selezionatore forza il linguaggio per mettervi alla prova, il candidato deve sempre mantenere un contegno educato e formale, mai scendere a livelli troppo confidenziali.
QUINTO. Il tuo corpo può tradirti, evidenziando il disagio o nervosismo. Quindi non gesticolare troppo, assumere una postura corretta, avere una stretta di mano adeguata né troppo debole o troppo forte. Una stretta di mano debole tradisce un atteggiamento rinunciatario o un desiderio di mantenere il distacco, mentre una stretta troppo forte può essere considerata arrogante. Prepararsi al colloquio leggendo libri sul linguaggio del corpo è poco utile perché i selezionatori esperti sanno bene come interpretare e stimolare i meccanismi della comunicazione non verbale. Fondamentale indice di sicurezza è guardare sempre negli occhi l’interlocutore, distribuendo lo sguardo fra le eventuali altre persone presenti al colloquio.
SESTO. Criticare i colleghi non è serio e nemmeno rivelare informazioni riservate sulla ditta in cui lavoravi prima. Chi ti ascolta non può che desumere che in futuro farai lo stesso con la società da cui stai cercando di farti assumere.
SETTIMO. Mai presentarsi al colloquio in ritardo. E’ una gravissima mancanza di rispetto e rivela maleducazione e inaffidabilità del candidato, che potrà comportarsi allo stesso modo se assunto.
OTTAVO. Non dettare inflessibilmente le richieste economiche, anche se sarebbe altrettanto sbagliato accettare tutto incondizionatamente perché faresti pensare a chi hai di fronte che sei letteralmente alle strette. Mantieni quindi un profilo medio dignitoso, facendo valere i tuoi diritti senza cadere negli eccessi.
ULTIMO. Mai dire di saper fare tutto e Buona fortuna. 

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