Dopo i tanti sofferti studi scolastici, di qualsiasi livello e
genere si arriva al punto in cui ci si chiede cosa fare? Dove lavorare? Molto spesso
il primo passo è quello di cercare lavoro nel settore che ci piace poi a volte
si cambia direzione, ma a conti fatti, quasi tutti nella loro vita, decidono di
provare un colloquio di lavoro. Oggi molte domande si presentano on-line, ma si
arriva sempre a stringere e si giunge al punto in cui un esaminatore dovrà parlarti di persona.
Ad un colloquio di lavoro si viene inquadrati
solitamente nei primi minuti, durante i quali, quindi, fare uno sbaglio può
essere letale. Allora ai più furbi può venire in mente di chiedere consiglio a
qualcuno che ha già vissuto l’esperienza, prima di affrontare il
colloquio. Ecco qui alcune buone regole
da seguire per una buona riuscita. Poi il resto è affidata alla sorte.
PRIMO. Per prima cosa va redatto un buon curriculum
vitae che è il biglietto da visita che procede il colloquio e quindi non deve
contenere né errori né refusi. Non va bene anche se è generico o prolisso, se è
scritto con caratteri troppo piccoli e poco leggibili o troppo grandi. Deve
essere veritiero perché deve rispecchiare le reali capacità del candidato. L’esaminatore
esperto capisce subito lo spessore del candidato e le discrepanze rispetto a
ciò che ha messo in evidenza nella sua presentazione. Si consiglia una lunghezza
massima consentita che è di 3 pagine.
SECONDO. La lettera motivazionale, scritta per
accompagnare e dare valore aggiunto al CV, è sovente soggetta a sviste
clamorose che vanno a discapito del candidato, meglio controllarla accuratamente. È il caso
per esempio di chi, indirizzando la propria candidatura a più società, nell'intestazione della lettera cambia il nome dell’azienda ma non quello della persona di
riferimento, l’incarico, l’indirizzo esatto e cose del genere. Una svista di questo tipo pregiudica irrimediabilmente
il colloquio, in quanto denota una persona superficiale che non cura i dettagli. La lettera motivazionale dev'essere sintetica e contenere le vere motivazioni che spingono il candidato a
fare la sua domanda. Va indirizzata a un nominativo specifico.
TERZO. Il termine inglese standing qualifica il
candidato per come si presenta e si comporta e riunisce l’abbigliamento, la
pettinatura, il frasario e il linguaggio del corpo. I selezionatori danno molta importanza allo standing che la persona mostra
affrontando un’esperienza come un colloquio di lavoro. Non è solo questione di
che cosa si indossa, ma di come lo si indossa. Gli abiti devono essere puliti e
stirati, per mostrare coerenza fra l’abbigliamento e motivazioni, pensieri e l’espressione
linguistica. È inutile presentarsi in giacca e cravatta se una volta assunti non le si indosserà
in modo regolare. Meglio presentarsi con l’abbigliamento abituale. Sconsigliati
certi look estremi e l’esibizione di piercing, tatuaggi, pettinature rasate o a
cresta di gallo.
QUARTO. Bisogna essere coscienti che trovandosi in
una situazione formale, indipendentemente dal ruolo per il quale ci si candida,
ci si deve esprimere in toni e modi adeguati. Anche se il selezionatore forza
il linguaggio per mettervi alla prova, il candidato deve sempre mantenere un
contegno educato e formale, mai scendere a livelli troppo confidenziali.
QUINTO. Il tuo corpo può tradirti, evidenziando il disagio
o nervosismo. Quindi non gesticolare troppo, assumere una postura corretta, avere
una stretta di mano adeguata né troppo debole o troppo forte. Una stretta di
mano debole tradisce un atteggiamento rinunciatario o un desiderio di mantenere
il distacco, mentre una stretta troppo forte può essere considerata arrogante. Prepararsi
al colloquio leggendo libri sul linguaggio del corpo è poco utile perché i
selezionatori esperti sanno bene come interpretare e stimolare i meccanismi
della comunicazione non verbale. Fondamentale indice di sicurezza è guardare
sempre negli occhi l’interlocutore, distribuendo lo sguardo fra le eventuali
altre persone presenti al colloquio.
SESTO. Criticare i colleghi non è serio e nemmeno
rivelare informazioni riservate sulla ditta in cui lavoravi prima. Chi ti
ascolta non può che desumere che in futuro farai lo stesso con la società da
cui stai cercando di farti assumere.
SETTIMO. Mai presentarsi al colloquio in ritardo. E’
una gravissima mancanza di rispetto e rivela maleducazione e inaffidabilità del
candidato, che potrà comportarsi allo stesso modo se assunto.
OTTAVO. Non dettare inflessibilmente le richieste economiche,
anche se sarebbe altrettanto sbagliato accettare tutto incondizionatamente perché
faresti pensare a chi hai di fronte che sei letteralmente alle strette. Mantieni
quindi un profilo medio dignitoso, facendo valere i tuoi diritti senza cadere negli
eccessi.
ULTIMO. Mai dire di saper fare tutto e Buona
fortuna.
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