In ogni tipo di coppia, si può, ad un certo
punto, manifestare la volontà di adottare un bambino. Anche se già se ne ha uno naturale.
Appena maturata questa volontà ci si chiede spesso come comportarsi? Qual è
l'iter da seguire e quali sono i passi che bisogna compiere. Innanzitutto è opportuno frequentare
Associazioni o Gruppi competenti, in grado di guidare il lungo cammino, per entrare in
quei meccanismi che vi porteranno a conoscere il bambino.
In seguito ci sarà un paziente cammino burocratico a volte complicato. Informatevi presso lo sportello
ASL più vicino, dove è attivo un Centro Adozioni che potrà proporvi il supporto
di operatori esperti, Psicologi e Assistenti Sociali, specificamente formati
alle tematiche adottive. Partecipate a eventi e percorsi formativi. Ecco tutto quello
che bisogna sapere inizialmente, prima di iniziare la strada.
La scelta di procedere con l’adozione deve
essere matura, responsabile e condivisa dai entrambi i genitori, perché non un
semplice donarsi il diritto ad avere un figlio. Adottare vuol dire regalare una
famiglia ad un bambino probabilmente più sfortunato, che va poi accolto ed
amato, per questo è necessario la perfetta intesa trai due genitori e che poi vi sia un
corretto approccio al lungo percorso adottivo. Solo una vera matura scelta di responsabilità,
derivata da un desiderio ben meditato, da entrambi i partner che formano la
coppia, può condurre al piacere di adottare un
bambino ed allargare quindi i propri orizzonti. Accogliere un
bambino è un gesto di amore importante che non significa dare solo uno spazio fisico
in casa a qualcuno, ma soprattutto dare accoglienza a un bambino, figlio
naturale di altri, con una sua storia e un suo carattere. Non imbarcatevi in
questo viaggio se non ne siete veramente convinti.
IL DECRETO DI IDONEITA'
Si può scegliere l'adozione nazionale o internazionale ma in ogni caso bisogna
ricevere l'attestato di idoneità
all'adozione. Si presenta la domanda al Tribunale dei minori competente
in base al vostro territorio di residenza, poi bisogna andare all'ufficio della
cancelleria civile per presentare la dichiarazione di disponibilità all'adozione. Sono egli enti locali quelli responsabili di conoscere la coppia
e valutarne le potenzialità genitoriali. E’ una fase molto delicata quindi è
opportuno affidarsi a persone qualificate che possono essere di aiuto, come
psicologi in grado di approfondire le motivazioni che vi hanno indotto a optare
per l’adozione. Tutti gli accertamenti eseguiti sugli aspiranti vanno curati
con cura, da ogni organo, in base alla propria competenza e si svolgono di norma nell'arco di quattro mesi. La domanda è valida per tre anni e in caso non
venite contatti bisognerà ripeterla con tutta la procedura burocratica. Se il Tribunale per i
minorenni ravvisa la manifesta carenza dei requisiti necessari, pronuncia
immediatamente un decreto di inidoneità.
REQUISITI:
Bisogna recarsi sempre alla cancelleria del
vostro Tribunale competente per territorio per avere tutte le informazioni
aggiornate perché ogni Tribunale può richiedervi documenti diversi. Importante:
gli aspiranti genitori adottivi devono in primo luogo rispondere ai requisiti previsti dall'art. 6 della legge
n.184/1983 e seguente legge n. 149 del 28 marzo 2001. Pertanto:
- la coppia deve essere regolarmente coniugata da
almeno tre anni (la stabilità del rapporto può ritenersi realizzata anche
quando i coniugi abbiano convissuto in modo stabile e continuativo, per un
periodo di tre anni, prima del matrimonio);
- la coppia non deve avere in corso o di fatto
avuto alcuna separazione personale nemmeno di fatto;
- l'età dei genitori deve superare di almeno 18
anni, ma non più di 45 anni, l'età del figlio da adottare;
- la coppia deve essere capace di educare,
istruire e mantenere il figlio adottivo (requisiti che saranno oggetto
dell'indagine dei Servizi territoriali, dopo il primo controllo da parte del
Tribunale).
Dopo
aver maturato il giusto pensiero, mettendosi in gioco pienamente sulla domanda
da presentare, ricordando che adottare significa aprire nella propria famiglia
uno spazio non solo fisico, ma soprattutto mentale per l’accoglienza di un
bambino o di una bambina, si potrà decidere di presentare la domanda per
entrambe le adozioni, oppure optare solo per quella nazionale o internazionale.
ADOZIONE
NAZIONALE
E’ l'adozione di un bambino, figlio di
italiani e/o stranieri, se all'interno del contesto giuridico dello Stato
Italiano. Sono i figli di genitori che non vogliono essere riconosciuti o che
vengono tolti dalla custodia delle famiglie naturali. Il Tribunale dei Minori
valuta le difficoltà della famiglia di origine e se sono permanenti, decide di
emettere un “Decreto di adottabilità” ed attivare i colloqui con le
famiglie che hanno dato presentato domanda per l’adozione. L’adozione nazionale
è sempre soggetta al cosiddetto rischio giuridico, ovvero la possibilità che il
bambino debba ritornare alla famiglia di origine (oppure ai parenti sino al 4°
grado) durante il periodo di collocamento provvisorio, cioè quando il bambino
sia già stato assegnato alla famiglia adottiva, ma in attesa del Decreto di
Affidamento Pre-adottivo (periodo minimo 1 anno). I tempi necessari per adottare sono
generalmente intorno ai 12-14 mesi dal momento della deposizione della domanda,
però poiché il numero degli adottabili è molto basso, molte famiglie non
vengono chiamate.
ADOZIONE INTERNAZIONALE
E’ l'adozione di un bambino straniero fatta
nel suo paese, davanti alle autorità e alle leggi che vigono in quella nazione.
Il percorso è più lungo e complesso ma per molti versi anche il più sicuro.
Permette di accogliere bambini con cultura, lingua, tradizioni diverse. In caso
di adozione di straniero viene scongiurato il rischio giuridico. L’adozione
di bambini stranieri ha tempi più lunghi, anche sino a 3 anni dal momento della
deposizione della domanda. Come detto in questi casi l’adozione è più sicura perché
il numero degli adottabili, fino alle ultime stime, è superiore a quello delle
domande.
ADOZIONE DI NEONATO
I
neonati adottabili sono quelli la cui madre ha scelto di partorire in regime di
anonimato e che quindi non ha
riconosciuto il bambino. Il neonato viene prima affidato al Tribunale
dei Minori e ai servizi sociali. La madre ha 10 giorni di tempo dalla nascita
per riconoscere il neonato, dall'undicesimo giorno il piccolo viene dichiarato
in stato di abbandono e il Tribunale si mette in cerca di una famiglia cui
affidarlo. In questi casi il rischio giuridico dura circa due mesi, al termine
dei quali parte il periodo di 12 mesi di affido preadottivo, che si conclude
con l’adozione poi definitiva.
PRESENTARE LA DOMANDA
Individuare innanzitutto
il Tribunale dei Minorenni competente per il territorio di residenza dei
richiedenti. Generalmente è presente nel capoluogo di ogni provincia. Nel caso
di cittadini italiani residenti all'estero, il tribunale competente al quale ci
si deve rivolgere per inoltrare la domanda, è quello dell'ultimo domicilio dei
coniugi e, in mancanza di precedente domicilio, il Tribunale per i minorenni di
Roma. Bisognerà poi rivolgersi all'ufficio di
cancelleria civile per presentare la "dichiarazione di
disponibilità" all'adozione, più comunemente chiamata domanda di
adozione ed attendere poi la fatidica chiamata
In alternativa alla complessa adozione, alcuni si sono catapultati nell'esperienza dell'utero in affitto, che tutto sommato non mi piace, ma forse non è proprio giusto annoverarlo tra
i reati in Italia. Ma di fatti lo è. Probabilmente sarebbe più logico semplificare l’adozione che
oggi è assurdamente complicata e complessa. Spesso aspiranti genitori adottivi
si lanciavano nei primi passi, poi nei secondi, fanno diversi tentativi ed infine desistono. Comunque, crescere un figlio naturale o adottato che sia, non fa differenza. E' un impegno per la vita, un legame imprescindibile che non ha pari con gli altri legami. E' dedizione a tempo pieno che fa veramente conoscere la gioia vera, che è quella del donare e ricevere.
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