Il periodo più sacro per gli islamici che è
compreso tra il 26 maggio e il 24 giugno (per l’anno 2017) e prevede rituali
molto specifici, con le sue regole ineccepibili. Questo è il Ramadam, il rituale antico sempre
rispettato che ha radici molto antiche e dura 29 o 30 giorni. Un mese unico. Ramadan in arabo significa mese torrido ed è il
periodo che l’Islam dedica al digiuno. Un momento di purificazione, come la Quaresima cristiana.
Secondo la storia islamica, Maometto ricevette la
rivelazione del Corano, ovvero il libro della guida spirituale per gli uomini
di retta direzione, nel nono mese dell’anno del calendario lunare musulmano,
ovvero il mese del Ramadam. Proprio da qui il nome del singolare rito spirituale. È il mese
sacro che i musulmani dedicano al digiuno e alla preghiera, all’autodisciplina. Il digiuno è un obbligo per tutti i musulmani praticanti
adulti e sani che, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non possono
mangiare, bere, fumare, praticare sesso, mentire, usare un linguaggio scurrile.
Bisogna essere più devoti possibile, fare beneficenza e passare molto tempo a
leggere il Corano e meditare. Il Corano è diviso in 30 parti uguali chiamate juz’, e molti
fedeli ne leggono una al giorno in questo mese. Un periodo veramente
duro e di sacrificio da effettivo praticante. Da questo severo digiuno vengono esentati
solo i minorenni, i vecchi, i malati e le donne in gravidanza. Il digiuno viene
interrotto solo al tramonto con un bicchiere d’acqua o datteri, seguito poi dal pasto
serale.
I musulmani praticano questo digiuno
per disciplinarsi e purificarsi, imparando così a controllare le loro voglie e a
reprimere i loro istinti. Imparano a essere padroni di se stessi e si
avvicinano in questo modo, di più al loro Dio. Dopo aver recitato una brevissima
preghiera, al termine del digiuno si è soliti mangiare datteri o bere acqua, per
aprire il digiuno, come faceva il profeta Maometto. Quando si arriva all’ultimo giorno
di digiuno si festeggia. La festa che cade alla fine del Ramadan si chiama
Eid ul Fitr. I festeggiamenti cominciano con il sorgere della luna nuova.
Durante l’Eid, i musulmani indossano i loro vestiti migliori, si
scambiano regali, passano più tempo con la loro famiglia e con i loro amici. Mangiano
abbondantemente e si augurano a vicenda Eid mubarak, ovvero buon
Eid. La maggior parte dei fedeli dona soldi in
beneficenza per assicurarsi che anche i meno fortunati possano festeggiare il periodo del Ramadam.
PERIODO DEL RAMADAM
Il mese di Ramadan non cade sempre
nello stesso periodo perché si fonda sul calendario lunare degli islamici. La
numerazione dell'anno non coincide con gli altri perché i musulmani iniziano a contare dal
nostro 622, ovvero l'anno in cui Maometto lasciò la Mecca per recarsi a Medina. Il Ramadan inizia, ogni volta, 11 giorni prima dell'anno precedente. Ci sono anni in cui
viene celebrato in inverno, quando le giornate sono più corte. Per i musulmani
l’anno corrente è il 1438.
I CINQUE DOVERI
Questo tipo di prescrizioni si basa sui cinque pilastri della fede islamica (recita
quotidiana delle cinque preghiere, professione di fede, elemosina,
pellegrinaggio una volta nella vita a La Mecca e digiuno), ovvero sui precetti
che ogni musulmano deve obbligatoriamente osservare.
- SAWN, Il digiuno è uno dei cinque doveri della fede islamica;
- KALIMA, la professione di fede;
- SALAT, la recita quotidiana delle cinque preghiere;
- ZAKAT, l’elargizione delle elemosine;
- HAGG, il compimento almeno una volta nella vita, del
pellegrinaggio a La Mecca in Arabia Saudita.
OBBLIGHI DEL RAMADAN
Il Ramadan per
i musulmani è un momento molto importante di condivisione e di unione, dove
usano invitare i propri amici più stretti e vicini a condividere il pranzo serale, seppure ogni paese che aderisce al Ramadam, ha delle differenze lievi relativamente
ai cibi che si possono mangiare. In questi pranzi serali chiamati iftar recitano particolari preghiere chiamate Tarawih.
Essendo il periodo sacro per eccellenza, va rispettato il digiuno, preghiera e carità
verso i poveri, ma anche meditazione e autodisciplina secondo un cammino
di purificazione che riguarda sia la sfera fisica che quella morale. Il mese
sacro all’Islam, infatti, prevede che ci astenga sia dagli eccessi come l’alcool, il fumo e
i rapporti intimi, sia dalle cattive
azioni come bugie, calunnie o litigi. Oltre a rischiare, nei casi
più gravi, un’accusa per apostasia, chi disattende volontariamente, ai precetti del Ramadan è
obbligato a rimediare offrendo
cibo o denaro ai bisognosi e prolungando l’astinenza per un massimo
di 60 giorni. Per chi, al contrario, trasgredisce involontariamente le regole, il Corano non prevede alcuna
punizione se non quella di riprendere
l’astinenza subito dopo il periodo d’interruzione.
Perché tanti musulmani praticanti sono così esasperatamente invasi da un risentimento verso l'occidente e tutto ciò che ne consegue, se i presupposti apparenti di questa religione appaiono così nobili?
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