Non si
contano il numero degli spettatori riuniti intorno al ring-gabbia. Uno scenario
crudele dove a fare la telecronaca, oltre il brusio generale si distinguono
ringhiate e latrati. Battaglie ingiustificate e inumane fino all’ultimo sangue
tra cani, che senza alcuna colpa, sono addestrati al combattimento per
proteggere la propria vita. L’indignazione generale è risaputa e gli attivisti
per i diritti degli animali urlano le loro ragioni, chiedono a pieni polmoni di
modificare la legge e proteggere gli animali.
Gli
scenari che ne conseguono sono tutti uguali. Cani con le orecchie mozzate, code
tagliate, legati al palo, bruciati, con i musi ricuciti dopo sanguinosi
combattimenti. Una violenza tanto appassionata quanto inaudita, dalle matrici
del tutto oscure, si scaglia da sempre contro il mondo dei quattro zampe,
perché il business che lo circonda, da facili guadagni è difficile da
controllare o forse interessa meno.
In tutto
il Sud Italia, dove è più presente il fenomeno del randagismo siamo
praticamente abituati a vedere branchi di cani randagi in giro per le strade.
Randagi abbandonati a se stessi, spesso per cattiva amministrazione, come
sostengono le varie associazioni. I costi per il ricovero dei cani
non sono bassi e gli illeciti che si compiono sono tanti come denuncia spesso
anche la nota trasmissione Striscia la notizia. In tutto
ciò ci sguazza la cara delinquenza che lucra sulle corse clandestine di cavalli
e combattimenti tra cani. A volte questi episodi vengono denunciati e i
responsabili catturati, ma poi si sa come va a finire. Alcune operazioni
di polizia hanno anche dimostrato che in casi più estremi, uomini si
rinchiudono in un box combattendo contro i cani. Poveri gli animali che sono
quelli costretti alla violenza, in veri e propri ring, e che spesso dopo il
combattimento vengono abbattuti soprattutto se di provenienza randagia.
I
COMBATTIMENTI IN CINA
Per gli
abitanti di molti altri paesi “meno civili” come anche per i praticanti locali,
i modi di veder sono diversi e non la pensano allo stesso modo. Questi eventi
fanno parte delle attività di intrattenimento per alcuni sono addirittura tradizioni
locali che non vanno dimenticate. Ci sono posti della Cina dove i combattimenti
durano per diversi giorni e sono organizzati dagli abitanti incaricati. Sei
abitanti del villaggio di Sanjiao, nella contea di Jishan, in provincia di
Shanxi (Cina del nord) se ne occupano per celebrare la fine del “Festival della
Primavera”. Qui il concorso della mattanza è aperto a chiunque abbia un cane di
taglia grande e vuole farlo combattere. Al fortunato vincitore viene consegnato
in premio pacchetto di sigarette e una tazza di porcellana.
ADDESTRAMENTO
AL COMBATTIMENTO
A volte
le irruzioni delle forze di polizia nei luoghi privati o pubblici dove vengono
pratiche queste torture e combattimenti clandestini portano alla repressione
del fenomeno in modesta quantità con la denuncia a piede libero di alcuni dei
responsabili. L’esito dell’indagine sui combattimenti clandestini di cani, ha
dimostrato che i pitbull, dogo argentini e American Staffordshire Terrier, sono
tra le razze più utilizzate in quanto dopo un breve addestramento diventano i
più predisposti. I luoghi adibiti a ring per cani sono sempre freddi tristi e
pieni di tracce di sangue che sborda dalle ferite a volte procurate dall’uomo
per aizzare l’animale. In altri casi le tracce di sangue sono dovute ai colpi
mortali inferti quando un cane non più utilizzabile viene abbattuto. Le
tecniche di addestramento sono sempre tra le più svariate ed atroci. In alcuni
casi è stato trovano nei boschi una “forca”, una struttura in metallo con un
sacco tipo punging-ball che i cani venivano incitati ad attaccare in modo da
restare sospesi, per irrobustire le mascelle. Esagerato è anche l’uso dei
farmaci dopanti, antibiotici, kit per esami veterinari e prelievi del sangue
per controllare l’ematocrito degli animali feriti e sanguinanti. I più sadici
nei casi di controlli sono stati anche trovati in possesso di filmati e
materiale video relativo a combattimenti tra cani per ricordare i ring e le
atrocità vissute come spettatore. Molti allevatori, soprattutto quelli
clandestini si impegnano per i combattimenti con esemplari di dogo argentino,
pitbull e meticci incrociati con altre razze, e poi utilizzano anche medicinali
per arrestare le emorragie. Spesso nei blitz delle forze dell’ordine vengono
anche rinvenute e sequestrati gabbie per la lotta siringhe utilizzate sugli
animali e medicinali, che spesso provengono dal paesi dell’ex russia.ASPETTO
NORMATIVO
Oltre il suddetto articolo è intervenuto
altresì un riferimento normativo introdotto dalla legge 189/2004 che sanziona
anche comportamenti idonei a provocare sofferenza agli animali. Oggi la
tutela degli animali nell'ordinamento italiano risulta rafforzata, grazie
all'inserimento, nel libro II del codice penale, del titolo IX
bis relativo ai delitti contro il sentimento per gli animali.
CONCLUSIONI
Ogni anno
in Italia più di 5000 cani sono vittime dei combattimenti collegati alle
scommesse clandestine. La lotta, in cui questi animali sono crudelmente aizzati
è il risultato di violentissime forme di addestramento, vere e proprie torture,
inflitte ai cani fin da cuccioli. A causa di questi maltrattamenti che ne
condizionano il comportamento, pit bull, rottweiler, bull mastiff ed altre
razze sono considerati veri e propri “mostri”, possenti e crudeli creature
pronte ad aggredire. E cosi’ oltre alle violenze subite, questi animali
diventano vittime di una criminalizzazione sempre più diffusa, riconducibile
quasi sempre a organizzazioni malavitose. Casa Nostra in Sicilia, Sacra Corona
Unita in Puglia, ‘Ndrangheta in Calabria e la Camorra in Campania hanno trovato
nel settore dei combattimenti clandestini tra cani, una nuova fonte di guadagno
e non solo.
Non bisogna avere paura
di utilizzare qualsiasi strumento che il nostro ordinamento giuridico ci mette
a disposizione per contrastare il fenomeno iniziando dall’Italia. Denunce,
esposti, telefonate alle forze di polizia, diffide, petizioni e così via
sensibilizzando al problema amministratori pubblici, tutori dell’ordine e della
giustizia, ma anche la gente comune e dimostrando che ci sono persone che non
rinunciano a lottare per chi è più debole
e indifeso. La legge punisce coloro che maltrattano gli animali.
Alcuni
cani, quelli più sfortunati, una volta perso il combattimento vengono addirittura
legati e trascinati sulle strade fino a quando giunge la morte, quasi una
punizione per la sconfitta. È solo brutalità!
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