LA VOGLIA DELL'APPARIRE AL PREZZO DI AFFETTI E SALUTE

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I n questa epoca di social ed individualismo, si danno false priorità alla ricerca spasmodica di affermazione sociale, che ci spinge sempre più a considerare tutto il resto, come gli affetti e la salute, una questione di minor importanza da poter delegare ad altri. Quasi come se la salute o le relazioni fossero paragonate all’importanza di un telefonino che sì porta in assistenza a riparare al primo segnale di malfunzionamento, o forse anche meno importante. Questo modo di pensare però ha un prezzo molto alto, perché va a cancellare sempre di più quella doverosa consapevolezza che ognuno di noi dovrebbe avere per se stesso, curando le relazioni con i propri cari e facendo attenzione alla salute del proprio corpo. Invece, si finisce per riporre fiducia cieca nei suggerimenti che arrivano dall'esterno e ci si allontana da quella capacità, che tutti abbiamo dentro di noi, di ascoltarci. Io sono del parere che gli affetti e la salute sia una responsabilità strettamente personale di cui...

COMBATTIMENTI, TORTURE E LA MATTANZA DEI CANI

COMBATTIMENTO di cani

Non si contano il numero degli spettatori riuniti intorno al ring-gabbia. Uno scenario crudele dove a fare la telecronaca, oltre il brusio generale si distinguono ringhiate e latrati. Battaglie ingiustificate e inumane fino all’ultimo sangue tra cani, che senza alcuna colpa, sono addestrati al combattimento per proteggere la propria vita. L’indignazione generale è risaputa e gli attivisti per i diritti degli animali urlano le loro ragioni, chiedono a pieni polmoni di modificare la legge e proteggere gli animali.

Gli scenari che ne conseguono sono tutti uguali. Cani con le orecchie mozzate, code tagliate, legati al palo, bruciati, con i musi ricuciti dopo sanguinosi combattimenti. Una violenza tanto appassionata quanto inaudita, dalle matrici del tutto oscure, si scaglia da sempre contro il mondo dei quattro zampe, perché il business che lo circonda, da facili guadagni è difficile da controllare o forse interessa meno.
In tutto il Sud Italia, dove è più presente il fenomeno del randagismo siamo praticamente abituati a vedere branchi di cani randagi in giro per le strade. Randagi abbandonati a se stessi, spesso per cattiva amministrazione, come sostengono le varie associazioni.  I costi per il ricovero dei cani non sono bassi e gli illeciti che si compiono sono tanti come denuncia spesso anche la nota trasmissione Striscia la notizia. In tutto ciò ci sguazza la cara delinquenza che lucra sulle corse clandestine di cavalli e combattimenti tra cani. A volte questi episodi vengono denunciati e i responsabili catturati, ma poi si sa come va a finire. Alcune operazioni di polizia hanno anche dimostrato che in casi più estremi, uomini si rinchiudono in un box combattendo contro i cani. Poveri gli animali che sono quelli costretti alla violenza, in veri e propri ring, e che spesso dopo il combattimento vengono abbattuti soprattutto se di provenienza randagia.
I COMBATTIMENTI IN CINA
Per gli abitanti di molti altri paesi “meno civili” come anche per i praticanti locali, i modi di veder sono diversi e non la pensano allo stesso modo. Questi eventi fanno parte delle attività di intrattenimento per alcuni sono addirittura tradizioni locali che non vanno dimenticate. Ci sono posti della Cina dove i combattimenti durano per diversi giorni e sono organizzati dagli abitanti incaricati. Sei abitanti del villaggio di Sanjiao, nella contea di Jishan, in provincia di Shanxi (Cina del nord) se ne occupano per celebrare la fine del “Festival della Primavera”. Qui il concorso della mattanza è aperto a chiunque abbia un cane di taglia grande e vuole farlo combattere. Al fortunato vincitore viene consegnato in premio pacchetto di sigarette e una tazza di porcellana.

combattimento tra cani

ADDESTRAMENTO AL COMBATTIMENTO
A volte le irruzioni delle forze di polizia nei luoghi privati o pubblici dove vengono pratiche queste torture e combattimenti clandestini portano alla repressione del fenomeno in modesta quantità con la denuncia a piede libero di alcuni dei responsabili. L’esito dell’indagine sui combattimenti clandestini di cani, ha dimostrato che i pitbull, dogo argentini e American Staffordshire Terrier, sono tra le razze più utilizzate in quanto dopo un breve addestramento diventano i più predisposti. I luoghi adibiti a ring per cani sono sempre freddi tristi e pieni di tracce di sangue che sborda dalle ferite a volte procurate dall’uomo per aizzare l’animale. In altri casi le tracce di sangue sono dovute ai colpi mortali inferti quando un cane non più utilizzabile viene abbattuto. Le tecniche di addestramento sono sempre tra le più svariate ed atroci. In alcuni casi è stato trovano nei boschi una “forca”, una struttura in metallo con un sacco tipo punging-ball che i cani venivano incitati ad attaccare in modo da restare sospesi, per irrobustire le mascelle. Esagerato è anche l’uso dei farmaci dopanti, antibiotici, kit per esami veterinari e prelievi del sangue per controllare l’ematocrito degli animali feriti e sanguinanti. I più sadici nei casi di controlli sono stati anche trovati in  possesso di filmati e materiale video relativo a combattimenti tra cani per ricordare i ring e le atrocità vissute come spettatore. Molti allevatori, soprattutto quelli clandestini si impegnano per i combattimenti con esemplari di dogo argentino, pitbull e meticci incrociati con altre razze, e poi utilizzano anche medicinali per arrestare le emorragie. Spesso nei blitz delle forze dell’ordine vengono anche rinvenute e sequestrati gabbie per la lotta siringhe utilizzate sugli animali e medicinali, che spesso provengono dal paesi dell’ex russia.

ASPETTO NORMATIVO
Oltre il suddetto articolo è intervenuto altresì un riferimento normativo introdotto dalla legge 189/2004 che sanziona anche comportamenti idonei a provocare sofferenza agli animali. Oggi la tutela degli animali nell'ordinamento italiano risulta rafforzata, grazie all'inserimento, nel libro II del codice penale, del titolo IX bis relativo ai delitti contro il sentimento per gli animali.
CONCLUSIONI
Ogni anno in Italia più di 5000 cani sono vittime dei combattimenti collegati alle scommesse clandestine. La lotta, in cui questi animali sono crudelmente aizzati è il risultato di violentissime forme di addestramento, vere e proprie torture, inflitte ai cani fin da cuccioli. A causa di questi maltrattamenti che ne condizionano il comportamento, pit bull, rottweiler, bull mastiff ed altre razze sono considerati veri e propri “mostri”, possenti e crudeli creature pronte ad aggredire. E cosi’ oltre alle violenze subite, questi animali diventano vittime di una criminalizzazione sempre più diffusa, riconducibile quasi sempre a organizzazioni malavitose. Casa Nostra in Sicilia, Sacra Corona Unita in Puglia, ‘Ndrangheta in Calabria e la Camorra in Campania hanno trovato nel settore dei combattimenti clandestini tra cani, una nuova fonte di guadagno e non solo.
Non bisogna avere paura di utilizzare qualsiasi strumento che il nostro ordinamento giuridico ci mette a disposizione per contrastare il fenomeno iniziando dall’Italia. Denunce, esposti, telefonate alle forze di polizia, diffide, petizioni e così via sensibilizzando al problema amministratori pubblici, tutori dell’ordine e della giustizia, ma anche la gente comune e dimostrando che ci sono persone che non rinunciano a lottare per chi è più debole  e indifeso. La legge punisce coloro che maltrattano gli animali.

Alcuni cani, quelli più sfortunati, una volta perso il combattimento vengono addirittura legati e trascinati sulle strade fino a quando giunge la morte, quasi una punizione per la sconfitta. È solo brutalità!

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