La tecnologia non ha proprio confini, nemmeno
all'immaginazione. Una nuova realtà è già in commercio negli stati uniti, dove
si sono inventati una pillola tecnologica. Una pillola digitale simile ad un
robot minuscolo che una volta ingerito è in grado di fare grandi cose.
È l’ultima geniale invenzione degli
scienziati del Massachusetts institute of technology (Mit) di Boston:
un robot che si schiude all'interno dello stomaco, come un
fiore che sboccia. Un anti psicotico il quale è dotato di
sensore, che una volta ingerito dal paziente, è in grado di comunicare al medico che la terapia viene seguita nel modo corretto, per correggere i tanti
pazienti che non proprio precisi e corretti nel seguire le cure prescritte. Si sta
perfezionando sempre più la linea dei farmaci intelligenti che stanno
diventando una vera branca di punta della nuova medicina. La robotica
sofisticatissima impiegata nella nanotecnologia, che si è già palesemente
affermata da molti anni, ha permesso a queste nuove pillole di diventare delle
cliniche portatili in grado di fare diagnosi e cure mirate, e di comunicare ai
medici addetti come intervenire ed aiutare i pazienti. La pillola robot è in
grado, ad esempio, di rimuovere oggetti estranei ingeriti accidentalmente,
curare una lesione, o trasportare farmaci.
Le possibili applicazioni di questa pillola
approvata dal Fda che entra nel corpo e dialoga con il medico sono molteplici.
Nel futuro si intravede già quindi l’idea di creare un laboratorio di analisi
miniaturizzato dentro l’organismo dell’uomo che è veramente in grado,
all'istante e con molta precisione, di eseguire diagnosi, monitorare le terapie
in tempo reale, trasmettendo i dati all'esterno. Pochi anni fa si poteva
parlare di tutto ciò solo nei film di fantascienza e invece, ora, come per
tante altre cose, si lavora alla realizzazione di un nanorobot che si comporta
come un anticorpo, riconosce la cellula malata, mostra dove si trova e la
attacca prima che si diffonda, una tecnologia diagnostica e terapeutica. Questo
nanorobot viaggia dentro l’organismo grazie a dei trasportatori, che sfruttano
i movimenti magnetici. Simile a un piccolo fiocco regalo, il robot si
muove a scatti, con un andamento a fisarmonica, grazie a microscopiche
ventose che gli permettono di aderire alle pareti, e allo stesso tempo di
scivolarne via.
Queste molecole si comportano come delle
spugne e quindi possono essere caricate con un chemioterapico o un
antinfiammatorio, poi quando arrivano a destinazione si aprono e rilasciano il
farmaco necessario. Non passerà molto tempo affinché si passerà ad un totale
impiego sugli esseri umani che sarà gestita necessariamente da una sinergica
collaborazione composta da medici, fisici, biochimici ed esperti di
farmacocinetica. Ora la prossima tappa è proprio quella. Dopo la presentazione straordinaria avvenuta a Stoccolma, gli scienziati intendono mettere alla prova la pillola robot in
organi umani veri e propri. Staremo a vedere quando e che cosa accadrà.
Come ho già commentato nel post sull'intelligenza artificiale, (IA, dalle iniziali delle due parole, in
italiano) questa è una disciplina appartenente all'informatica che studia
i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione
di sistemi hardware e sistemi di programmi software, capaci di fornire
all'elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune,
sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza
umana. Naturalmente tutta questa tecnologia ha un grande senso utilizzata
nel campo della medicina. L’I.A. è in grado di processare miliardi
di dati per ottenere diagnosi con livelli di confidenza statistica molto
elevati, che vanno ben oltre ogni capacità umana. Però l’operato del medico è
ben più complesso e va ben oltre ogni tecnologia attuale. Non è solo questione
di intelligenza calcolo e rapidità, va sempre computata la parte empatica e
manuale dell’uomo, che penso di poter affermare sia insostituibile. Per il
momento lasciamo ancora al medico il compito di curarci anche se lo svolge con
l’impiego di robot in grado di eseguire diagnosi sulla base di algoritmi
sofisticati.
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