LA VOGLIA DELL'APPARIRE AL PREZZO DI AFFETTI E SALUTE

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I n questa epoca di social ed individualismo, si danno false priorità alla ricerca spasmodica di affermazione sociale, che ci spinge sempre più a considerare tutto il resto, come gli affetti e la salute, una questione di minor importanza da poter delegare ad altri. Quasi come se la salute o le relazioni fossero paragonate all’importanza di un telefonino che sì porta in assistenza a riparare al primo segnale di malfunzionamento, o forse anche meno importante. Questo modo di pensare però ha un prezzo molto alto, perché va a cancellare sempre di più quella doverosa consapevolezza che ognuno di noi dovrebbe avere per se stesso, curando le relazioni con i propri cari e facendo attenzione alla salute del proprio corpo. Invece, si finisce per riporre fiducia cieca nei suggerimenti che arrivano dall'esterno e ci si allontana da quella capacità, che tutti abbiamo dentro di noi, di ascoltarci. Io sono del parere che gli affetti e la salute sia una responsabilità strettamente personale di cui...

IL PROBLEMA DELLA SOVRAPPOPOLAZIONE

sovrappopolazione come formiche

Sulla nostra terra viviamo già in qualche miliardo di persone e nei prossimi anni saremo ancora di più. Quando parliamo di miliari di persone viene subito in mente la Cina, dove sono già in tanti, ma il problema non è solo relativo a loro. In effetti dobbiamo pensare che mentre noi svolgiamo una qualsiasi attività, come mangiare, parlare, leggere, dormire, da qualche parte c’è qualcuno che sta nascendo. In pratica è stato stabilito che ogni secondo sulla terra c’è una crescita di oltre 2 persone. 

E' vero che a fare la differenza vi è il dato relativo alle morti che avvengono ogni secondo. Da una parte si parla di invecchiamento di alcune popolazioni, ma  ciò nonostante, la corsa delle crescita pare non fermarsi. Si parla spesso delle problematiche globali, come i cambiamenti climatici, l’inquinamento del pianeta, lo sfruttamento della terra, le ondate migratorie, le cementificazione selvagge, la deforestazione, l’estinzione animale, la scarsità delle risorse. Tanti problemi forse collegati in qualche modo all'esplosione della popolazione umana sul pianeta, che dalla rivoluzione industriale in poi è aumentata con crescite significative a volte considerati preoccupanti. Ci sono voluti molti anni per arrivare a contare un miliardo di persone, oggi siamo oltre i 7 miliardi, mica pochi. Stiamo crescendo tantissimo. Il noto economista Kenneth Ewart Boulding che è stato anche un pacifista e poeta inglese naturalizzato statunitense affermava che: “Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito, in un mondo infinito, è un pazzo oppure un economista” e se lo diceva lui! A discapito di questo problema oggi vi è anche il problema della longevità che moltiplica l’incognita demografica. Oggi la vita è certamente cambiata in meglio, ma ogni medaglia ha un suo rovescio. La storia ci insegna che un tempo a calmierare il sovraffollamento della terra vi erano altri fenomeni negativi come le guerre, le malattie, le pestilenze, le carestie, che regolavano il rapporto tra la popolazione e le risorse necessarie per la sua sussistenza.
Uno dei primi problemi, certamente determinanti è quello della sussistenza. Con una popolazione sempre in crescita ci sarà sempre da mangiare per tutti? Continuano le sperimentazioni per la nutrizione ricavata dai mari, l’impiego dei nuovi cibi, ma forse si arriverà comunque ad un punto dove non ci sarà da mangiare per tutti gli abitanti. Secondo le stime FAO, la Terra potrebbe dare nutrimento a 20 miliardi di persone però vi è certamente il problema nella povertà e nella distribuzione del cibo. In un rapporto di tre studiosi dell’Onu, George Martine, José Miguel Guzman e Daniel Schensul, viene sottolineato come negli ultimi vent'anni il tasso di crescita annuo della popolazione mondiale va in discesa, mentre è sempre in crescita costante la produzione di cibo. Quindi il problema del cibo c’è, ma non è basato tanto sulla quantità di cibo quanto piuttosto su di un accesso ineguale al cibo per tutti e una distribuzione sbagliata, perché poi in effetti la terra, almeno per il momento, non sta esaurendo le risorse alimentari. Al sovraffollamento terrestre hanno contribuito molti e variegati fattori. Ne indichiamo, per praticità solo alcuni:
  • l’impiego della tecnica e programmazione intervenuta pesantemente nella gestione dell’agricoltura, della pesca, nel trasporto delle risorse energetiche;
  • lo sviluppo della medicina che ha prolungato la vita;
  • il costume di fare molti figli nei paesi più disagiati e poco sviluppati, in quanto rappresentano l’unica garanzia di assistenza laddove la previdenza e lo stato sociale non riesce a garantire niente.

Quello della procreazione incontrollata o smisurata è un altro dei problemi critici. Certamente ci vorrebbero dei programmi adeguati e su misura per il controllo delle nascite nei paesi poveri o in via di sviluppo, che sono quelli più a rischio dove a volte non vi sono freni, così come è stato fatto o per lo meno avviato in India negli anni Settanta, garantendo sussidi, aiuti di ogni genere e benefici economici a tutti coloro che si dimostravano favorevoli a sottoporsi a sterilizzazione. Sembrerebbe una cosa sbagliata, disumana e contro natura, ma a volte le scelte sono difficili, soprattutto quelle importanti. 

Quando vi è un allarme grave vanno necessariamente intraprese dai vari organismi e agenzie internazionali, delle campagne idonee per contenere la crescita demografica. Questi sono scenari drastici su cui riflettere e non proposte immorali su cui scagliarsi additandoli come disastri ecologici e sociali. Oggi, ad abitare la Terra siamo in 7 miliardi e mezzo, ma la crescita della popolazione è diventata tumultuosa solo a partire dalla Rivoluzione industriale (metà dell'Ottocento). Cento anni fa il pianeta contava due miliardi di persone, e ancora diciassette anni fa eravamo sei miliardi. A questo punto qualche domanda ce la dobbiamo porre oppure no?

La politica sorda e la cecità dei media, esposta alle opinioni di tutti gli altri, è ben visibile e mette in evidenza come quasi tutti i problemi del mondo abbiano una causa comune identificabile nella sovrappopolazione umana della terra. Se vogliamo riflettere su questo non si potrà che non giungere alla conclusione che una popolazione eccessiva (sovrappopolazione) rende tutto più difficile e complica infinitamente i problemi, tanto da ingigantirli fino a renderli irrisolvibili.
Concludo questo post con una frase detta da Papa Francesco nel gennaio dell’anno 2015: “Essere cattolici non significa fare figli come conigli”.

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