E’ una buona notizia per tutti, soprattutto per chi vuole approfittarne, il
risultato di uno studio eseguito da The Lancet quale afferma che lavorare più di 55
ore alla settimana aumenta il rischio di malattie del cuore, quindi, meglio
mantenersi al di sotto di questa preoccupante soglia.
Lo hanno dimostrato gli esperti che
esagerare con gli sforzi lavorativi si mette in crisi il corpo, la mente e anche le
relazione con gli altri, che alla lunga ne risentono certamente in qualità. E’ necessario
ridimensionare gli impegni profusi nel lavoro altrimenti vi è un serio pericolo di
ritrovarsi immersi, per lo meno, in situazione di forte ansia, oltre a
rapporti disastrati, una probabile separazione alle porte e figli che diventano
sconosciuti. In ultima ratio ci si potrebbe anche ritrovare, in assurdo,
licenziato e quindi senza più neanche il lavoro in quanto esagerare riduce la
produttività, un po’ perché ci si ammala di più, ma anche perché a furia di
tirare la corda il cervello brucia la sua parte più smart. Ci sono convinti
stakanovisti che si alzano di buon ora per mettersi al lavoro quanto tutti
dormono perché credono che il silenzio degli altri aiuta a concentrarsi meglio, ma
il troppo lavoro non va bene, ogni tropo è sempre sbagliato. La testa a tratti
vacilla, ci si ritrova pieni di stress come quelle persone che vanno in trans e dimenticano
perfino i figli nell'auto parcheggiata.
Tutto questo non è propriamente sano e diventa necessario
darsi una regolata e pure in fretta. E’ stato scritto, nero su bianco, sullo
studio di The Lancet secondo cui superare le 55 ore di lavoro alla settimana
porta dritti dritti a correre grossi rischi di salute con certi problemi cardiaci che compromettono seriamente la salute, mica roba da poco. Purtroppo
non è per nulla più produttivo, il superlavoro mette solo a dura prova il fisico
e la mente. Inoltre se al fenomeno accostiamo le abitudini alimentari
scorrette, il dormire poco, essere sempre sotto tensione, creiamo un brutto minestrone
di problemi fisici che provocano problemi cardiovascolari, muscolo-scheletrici, favoriscono oltremodo anche il sovrappeso e i sintomi psicosomatici di
malessere. Tutto ciò genera esaurimento emotivo, scarsa flessibilità mentale, e
litigi nei rapporti relazionali.
Se ci rendiamo profondamente conto di
tutto ciò è il caso di curare un po’ di più noi stessi e rallentare la
marcia. E’ vero che la modernità è frenetica, che oggi la competitività è
esagerata e che chi si ferma è perduto, ma seppure la vita va troppo veloce è
il caso forse di scendere da quel treno sempre in corsa e prendersi cura di se
stessi. E’ una qualcosa di difficile attuazione, è duro ma va fatto.
Diventa necessario ascoltare certi consigli e adeguare il passo perché non c’è niente
di meglio da fare. Vanno combattuti gli eccessivi sensi di colpa e di
responsabilità che possono travolgere chiunque si immergere a tempo pieno e
ricordarsi di essere anche se stessi con tutta la nostra semplicità. A volte
lavorare ad oltranza può sembrare l’unico modo certo per riuscire in qualcosa, dovendo gestire tutto ed in ogni momento perché è l’unica strada percorribile,
ma non è così. In certe realtà può erroneamente apparire che il modello del
superlavoro è probabilmente quello da imitare perché, guardandosi attorno, si può vede chi con questo
apparente giusto sistema, è riuscito nell'intento, ma a volte sono solo eccessi
che sfociano nell'ostinazione, nella tendenza alla compulsiva, al perfezionismo
ed alla scarsa autostima. Quindi è indubbiamente il modello sbagliato. Meglio un pò di sano riposo.
CONSIGLI
- al risveglio alzarsi dal letto con estrema calma, farsi la doccia, gustare una sana colazione, dedicare un po’ di tempo a se stessi;
- trattare con amore il proprio corpo è il primo passo
per scongiurare lo stress, senza eccedere nei perditempo per poi farraginare in
tutta la casa in una folle corsa preparativa e propedeutica alla giornata
lavorativa;
- dove è possibile farsi aiutare nelle proprie attività
e magari provare a delegare qualcuno, mettendo a riposo il perfezionismo,
accontentandosi benevolmente di quello che sarà fatto per noi, anche se non
svolto correttamente;
- fare delle pause ogni 40 – 50 minuti, sgranchiendosi
le gambe, facendo degli spuntini o anche per bere un caffè o dell’acqua;
- ogni tanto fare dei respiri profondi quando ci
si accorge di andare troppo di fretta e di esser travolti
nell'ansia, per riprendere il controllo su se stessi;
- provare a pensare una cosa alla volta e apprezzare
quel che facciamo nel momento esatto in cui lo svolgiamo;
- dopo una certa ora smettere comunque di svolgere l'attività
lavorativa e fare qualcosa di piacevole da dedicare solo a noi stessi;
- fare una vera e minima pausa pranzo, senza mangiare di
frette davanti al computer o comunque mentre si lavora, perché se ci si
riabitua alla frenesia, quando ci fermiamo, ci sembra di perdere tempo e siamo
quindi punto e a capo;
- imparare a dire di no ad altri impegni o attività
perché bisogna imparare a controllare quella molla irresistibile di accettare
quell’incarico;
- conoscere veramente quelli che sono i propri limiti,
perché tutti quanto li abbiamo e diventa doveroso saperli accettare;
- ogni tanto è di aiuto incontrarsi con un amico o una
persona cara solo per consumare una bevanda e scambiare quale parola, meglio se
futile, solo per staccare la spina da tutto e tutti.
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