Sembra
troppo bello per essere vero, anche per i più zucconi, c’è la possibilità di
compare un pizzico di intelligenza, in una miriade di nuove molecole che
promettono passi da gigante. Sono le smart drug che assicurano prestazioni mentali da super eroi. Molti studenti americani ne fanno già largo consumo ed il fenomeno si sta diffondendo in tutto il reso del mondo con i conseguenti pareri favorevoli e contrari.
Le
pillole dell’intelligenza sono le nuove droghe smart che sembrano essere in
grado di accelerare le capacità mentali e promettono di regalare un cervello
capace di sfruttare fino all'ultima goccia di capacità, affinché il cervello sia
in grado di incamerare in un lampo qualsiasi nuova informazione. La novità straordinaria è che queste pillole sono legali. Da anni vi sono in commercio sostanze legali che garantiscono
migliori performance fisiche, ed oggi in quest’era dove la performance non è
mai abbastanza al top, si sono inventati le pillole dell’intelligenza che garantiscono una mente
più attenta, capace, rapida e lucida. Insomma dopo il doping per le super
prestazioni fisiche si è passati a dopare il cervello. Pompare le capacità cerebrali, nel vero senso della parola, con una pillola smart. In realtà che vi sia
un effettivo potenziamento delle prestazioni è ancora da dimostrare, ma pare
che sia così. Infatti nel dubbio, si sta procedendo ad analizzare con attenzione quelle situazioni dove sono impegnate le abilità mentali e dove si fanno esami sui concorrenti per accertare se che l'utilizza ha quella marcia in più. Ad esempio alla Duke
University, negli Usa, in seguito alla crescente preoccupazione dell’uso smodato di
potenziatori cognitivi da parte degli studenti, si è inserito nel
codice d’onore dell’ateneo un parte che riguarda proprio l’uso non autorizzato
di medicinali per migliorare la performance, definendolo “disonesto”. Un’oasi
per i nuovi bisogni dove si tende ad ottenere risultati sempre più esaltanti a
scuola e nel lavoro, senza avere mai un cedimento. Come resistere? Molti hanno
sempre voluto sostenere che ogni individuo utilizza quotidianamente solo una
piccola percentuale intellettiva, ma in realtà è dimostrato? E’ proprio così?
Un primo vantaggio di queste nuove piccole è la loro legalità, in
quanto se vengono pur chiamate smart drug sono farmaci che si trovano in
commercio e vengono prescritti per specifiche patologie esistenti solitamente
nei bambini e negli anziani. A rendere il tutto più semplice c’è poi il
fantastico mondo della rete, infatti se è pur vero che vi è necessità di
prescrizione medica molti giovani riescono a procurarsela facilmente online.
Proprio grazie a internet il mercato dei nootropi, cioè i principi attivi che hanno
un effetto sulle capacità mentali, è in pieno boom. Si è stimato che
oltre il 10% degli universitari di Oxford ne fa uso, così come i ragazzi negli altri paesi. Queste pillole hanno la capacità di incrementare delle sostanze nel
cervello che producono maggiore attenzione
e capacità di concentrazione o di memoria, e sono perciò utili quando queste barcollano.
Molti che non hanno patologie mediche da giustificarne l’utilizzo, nel dubbio, decidono di assumere la pillola dell’intelligenza nella convinzione che queste mettano comunque un pò di neurotrasmettitori in più in circolazione e
che quindi migliorino le prestazioni. Però, come già detto, per il momento,
questo non è dimostrato. Alcuni studi condotti con i composti simili
all'amfetamina usati negli Stati Uniti mostrano che le performance restano identiche
e che cambia soltanto lo stato emotivo con cui si affrontano i compiti. Un po’
come quegli esperimenti fatti in passato dove si faceva fumare agli esaminandi la lattuga
spacciata da droga e chi l’assumeva affermava di sentirne i benefici. Di contro ogni droga ha il suo rovescio ed è
sostenuto che se è pur vero che vi possa essere un miglioramento nelle
prestazione, il tutto può portare a dipendenza, disturbi cardiovascolari, ansia,
agitazione, impulsività, agitazione ed altri guai seri a cui si può andare
incontro, tenendo sempre bene a mente che ancora non vi è certezza che i
cervelli funzioneranno meglio. Inoltre possono interferire con il sonno che è
un’attività fondamentale per l’attività di apprendimento, necessaria per fissare veramente
nella mente ciò che serve.
Il mio parere è che nella frenesia del moderno
progresso la ricerca di dare un aiutino all'attività del cervello possa andare
bene ed essere accetta in determinati contesti come può essere l’invecchiamento,
quindi va bene un potenziamento delle capacità, ma non nel caso dello studio
per degli studenti, che dovrebbero avere una mente giovane e reattiva.
Se fosse trovata la pillola magica da un punto di vista
etico sarebbero compromessi molti equilibri in quanto sarebbero sempre e solo i
ricchi a poterne avere a disposizione le migliori ed accrescerebbero le disparità
e le ingiustizie. Forse è meglio fare alla vecchia maniera, ovvero, farsi una bella
scorpacciata di sonno prima di affrontare una prova importante che in effetti ha benefici e nessun effetto collaterale.
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