Come stabilire
la verità? Il complesso concetto delle verità vuole una esatta
conformità o coerenza ad una realtà obiettiva, ovvero ciò che è vero in senso
assoluto. Nella storia filosofica la verità è stata concepita sia in una
prospettiva ontologica, sia in una connessa al discorso umano. Nella
prospettiva ontologica la verità è considerata come una proprietà intrinseca
dell’essere; nell'altra prospettiva il concetto di verità è stato variamente
elaborato.
Negli ambiti di tutti i giorni facciamo riferimento ad essa:
nei rapporti interpersonali, nella scienza, nella famiglia, nei tribunali.
Eppure il concetto di verità è ambiguo, la verità stessa è sfuggente
e ha cambiato valore col tempo. Nel tempo moderno, il comune
modo di pensare appare interessato meno al problema della definizione e di più
a quello dei criteri di verità. Quindi sembrerebbe generalmente sposato il
pensiero di verità secondo il quale, la da per scontata e, la considerava
secondaria rispetto al problema delle condizioni di validità della conoscenza,
ma pian piano si va sostituendo con un modello in cui assurge a motivo centrale
il tema della certezza, in quanto criterio che consente di riconoscere la
verità indipendentemente da qualsivoglia pregiudizio, sulla base della sola
ragione. Ma probabilmente nei nostri tempi il concetto di verità sembra essere
destinato ad essere ghigliottinato. Forse non è una parola già morta ma ha
difficoltà a sopravvivere, in quanto sembra che tutto si equivale e non esiste
più alcun tipo di oggettività. E’ scomparso quel concetto di verità della
filosofia moderna che fondava la propria oggettività su principi assoluti,
interni o esterni. E’ diventato più semplice ritenere che è vero ciò che,
considerando i limiti delle conoscenze medie e comuni, riteniamo plausibile o
verosimile e accettabile, ovvero quello che sia più probabilmente vero, in
questo momento. Una buona parte di lavoro in tutto ciò la fa la più comune e
diffusa convinzione che un determinato fatto sia vero se lo credono in tanti.
Come dire che se lo dicono tutti sarà necessariamente vero. Ma questo non è
affatto vero. Fino a pochi anni fa era evidente che i media mentivano
spudoratamente e tutto diventa un gioco di interpretazioni, non disinteressate
e non necessariamente false, ma orientate secondo certi progetti, e certe
aspettative a secondo delle scelte di chi decideva.
Oggi, da quando i
social hanno dato diritto di parola indistintamente a tutti, e per citare
famose parole di un noto giornalista “con l’avvento dei social si è dato il via
libera alla ribalta degli imbecilli”, la verità è diventata quella sposata
dalla maggioranza, anche laddove è palesemente improbabile o addirittura
impossibile. Io invece sono solitamente d’accordo con la minoranza, cioè quella
parte di persone che decidono di pensare in modo autonomo ed essere
dell’opinione di valutare senza seguire a ruota tutto ciò che dicono gli
altri.
Certo che le minoranze stanno scomparendo oppure già non esistono
più e non hanno voce in capitolo, soprattutto da quando i social, con il loro
finto mondo, hanno dato diritto di pensiero e di parola a tutti. Oggi non ci
sono più opinioni e verità individuali, esistono solo verità di massa dove è la
data la possibilità di farne parte oppure no. Se una cosa, pur chiaramente
falsa, la dicono o la pensano in tanti, è vera, diventa ineccepibilmente la
verità assoluta. Non è necessario neanche documentarsi per verificarla. E’
così! Tutti naturalmente sostengo che se la condividono così tante persone non
è possibile che sia infondata, deve per forze essere vera. In realtà è solo il
modo più comodo e poi nei frenetici tempi moderni chi ha il tempo di stare a
verificare le migliaia di informazioni che ci passano, ogni giorno, davanti
agli occhi, per mezzo dei cellulari. Diciamo che è vero punto e basta.
Nell'affascinante rete pure una voce autorevole in un settore non ha valore se
il pensiero comune sostiene il contrario. La voce di cento imbecilli vale molto
più di quella di un saggio o di un competente. Oltretutto i social sono così
schematici e come ho già detto puoi sposare o bocciare una verità, non puoi
fare altro. Si può condividere o non condividere mettere un like o dislike.
Purtroppo la rete richiede idee chiare e concise, non si può argomentare,
ritrattare, anche perché chi leggerebbe. Tutto ciò fa si che la verità è solo
una, ma quella di cui ne parla, quella della massa e di cui si sono convinti
tutti. Più un concetto è sposato e votato più è vero. Nient’altro che il
concetto di autorevolezza su cui si basa il web. Quindi puoi ammettere che una
cosa è vera oppure no, non puoi azzardare a dire che una cosa è vera però vi è
un ma o un forse. Faresti parte del niente.
Eppure un tempo si diceva che
spesso la verità stava nel mezzo e non tutta da una parte o dall'altra.
Per non rimanere fuori devi accettare una verità e schierarti da una parte. Non
puoi mantenere la saggezza di sapere che forse non sai. La verità è
indiscutibilmente dettata dalla mostruosa numerazione di approvazioni della
collettività. Questo è un concetto sbagliatissimo. Ribadisco con forza che le
capacità di ragionare, elaborare e decidere di mille imbecilli non possono
essere superiori a quelle di 3 persone che ne sanno e sono capaci. Gli
imbecilli in questo caso sono solo più numerosi. Quindi dove è finita la
verità? Non è più concesso avere dei propri pensieri e ricercare la verità in
modo empirico e ragionato, oltre a ricercare l’obbiettività. Tutti hanno
acquisito il diritto di dire la loro su ogni argomento e sentenziare ciò che è
vero e ciò che non lo è. Tutti si sentono in dovere di prendere posizione e di
farlo in modo netto e sbrigativo, seguendo tendenzialmente la massa.
Pensiamo
un attimo alle tragedie lette nelle pagine di cronaca a carico di alcuni
adolescenti vittime di queste verità della rete. Teniamo presente che i giovani
sono poi quelli più immersi e compromessi nella verità del web. E’ sufficiente
che qualche adolescente con un pò di voce virtuale autorevole affermi di una
sua compagna che questa si prostituisce, un po’ di condivisioni
favorevoli, una diffusione della notizie e la verità diventerà quella, anche se
falsa. Riflettiamoci
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