La psicoterapia, in genere, viene sempre più
utilizzata, perché sembra che siamo così tutti pieni di problemi che non se ne
può più fare a meno. Un po' come per l’auto, il dentista, la rete, le vacanze ecc. Solo
che rispetto a qualche tempo fa sta solo cambiando il metodo. Dieci anni fa ci
si recava allo sportello per fare un contratto Enel oppure, Telecom oggi si fa
tutto online. Perché non la psicoterapia, infatti anche questa delicata scelta viene spesso abbracciata online.
Oggi si finisce la propria attività principale, si va in
palestra, poi si rientra a casa, ci si mette comodi su di un divano, un tablet fra le mani,
connessione a pompa e parte la video chiamata per confrontarci e rispettare il ciclo di terapia. La seduta ha inizio. Lo fa
moltissima gente ed è una modalità che sempre più persone adottano ed ha tutte le
carte giuste per funzionare. Pare destinata, secondo gli esperti, a sostituire
del tutto la terapia svolta in studio, seduti davanti ad un consulente oppure sdraiati su di un lettino. I vantaggi più apprezzati sono quella
forma di distacco che da coraggio e discrezione, la costanza facilitata dalla tecnologia e la
comodità di eseguirla da casa, ma per molti, questa forma va bene
solo se poi è integrata con sedute reali davanti ad un terapista presente. Ma qui i pareri degli
esperti al momento non sono concordi in quanto altri sostengono che oramai l’intromissione
della tecnologia è già esistente e persistente e va considerata nella sua importanza. Io se
pur non esperto in materia, sono sostanzialmente più conservatore e quindi mi
schiero dalla parte di coloro che ritegno non auspicabile la sostituzione di una
terapia reale con una virtuale, perché, come sostengono gli esperti di questa
corrente, senza un contatto diretto e personale possono sfuggire elementi importanti
per impostare una seduta corretta caratterizzata anche dalle riflessioni, dalle
impressioni, dal tono della voce, dalle luce degli occhi, dalla tensione nell'aria.
Riflettiamo un attimo, se non fosse così, non avrebbero senso tante altre cose. Tanta
gente va a visitare la volta della Cappella Sistina che contiene un celeberrimo
ciclo di affreschi di Michelangelo Buonarroti, realizzato tra il 1508 e il 1512,
senza ombra di dubbio uno dei capolavori assoluti e più importanti dell'arte
occidentale. La Cappella Sistina, dedicata a Maria Assunta in Cielo, è
la principale cappella del palazzo apostolico. Se volessimo, in rete tutte queste informazioni si
trovano facilmente, ovunque, così come le immagini degli affreschi. In tutta onestà chi li
ha ammirati in foto sfogliando nella rete non può aver avvertito il profumo che si
sente dal vivo, il calore che rilasciano gli affreschi e tutto il resto, tutto ciò che è umano ed emozionale. Non penso sia la
stessa cosa. La web therapy può aiutare indubbiamente, ma forse è meglio non sostituirla, per
ora, con quella classica. Ora esistono in rete molte start up ideati per interagire
con le persone che si affacciano per la prima volta in cerca di un aiuto da parte delle intelligenze artificiali appositamente
create. Va detto che, secondo le statistiche, negli esperimenti fatti, chi ha interagito con queste
realtà ha ottenuto i suoi risultati.
La web therapy è molto più diffusa nei
grandi paesi perché risolve il problema delle grandi distanze e diventa più
facile da seguire. Il sistema va bene laddove un paziente è fuori, in viaggio
per lavoro, impossibilitato diversamente a presenziare, ma va bene solo se è il seguito di un’analisi
già avviata e rodata in modo classico e che quindi sarà anche proseguita in tal
senso. Chi ha una severa depressione, magari
accompagnata da pensieri di suicidio, deve necessariamente mantenere uno
stretto contatto fisico con lo psicologo o lo psichiatra, che può intervenire tempestivamente
utilizzando farmaci o addirittura ricoveri. Questo stesso principio vale per
tutti gli altri ammalati. Naturalmente mi chiedo, può una persona anziana
rivolgersi al mondo della rete per cercare un serio aiuto web? Certo che può, ma
probabilmente quelle che riversano le loro necessità in questo mondo sono le
fasce più giovani, che in ogni caso prediligono il mondo social a quello reale.
Oggi gli adolescenti si conoscono più nell'intimo se si frequentano
online piuttosto che di persona come le amicizie stretta a scuola. Per questi motivo, dovendo il
mondo terapeutico accompagnare le trasformazioni delle società che si evolve
continuamente, il Ministero della Salute
ha avviato progetti in cui la prima parte si basa su relazioni online che
mettono in contatto con Asl o consultori. Youngle.it è un servizio per
adolescenti, gestito da loro stessi con il supporto di psicologi.
In effetti la
terapia online ha anche un grande vantaggio economico, ma in tutta onestà voglio
concludere dicendo che virtuale o reale il risultato più importante della
terapia deve essere quello che si raggiunga l’obbiettivo, e se anche qui la rete può dare il suo aiuto, ben venga, ma rimaniamo sempre legati al concreto.
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