LA VOGLIA DELL'APPARIRE AL PREZZO DI AFFETTI E SALUTE

Immagine
I n questa epoca di social ed individualismo, si danno false priorità alla ricerca spasmodica di affermazione sociale, che ci spinge sempre più a considerare tutto il resto, come gli affetti e la salute, una questione di minor importanza da poter delegare ad altri. Quasi come se la salute o le relazioni fossero paragonate all’importanza di un telefonino che sì porta in assistenza a riparare al primo segnale di malfunzionamento, o forse anche meno importante. Questo modo di pensare però ha un prezzo molto alto, perché va a cancellare sempre di più quella doverosa consapevolezza che ognuno di noi dovrebbe avere per se stesso, curando le relazioni con i propri cari e facendo attenzione alla salute del proprio corpo. Invece, si finisce per riporre fiducia cieca nei suggerimenti che arrivano dall'esterno e ci si allontana da quella capacità, che tutti abbiamo dentro di noi, di ascoltarci. Io sono del parere che gli affetti e la salute sia una responsabilità strettamente personale di cui...

VIVERE DA GIUSTI O CATTIVI?

giusti e frase di sandor marai

Nella vita cerco di camminare in punta di piedi, quasi per non farmi notare dalla marea di cattiverie che mi girano intorno, eppure ci sono tanti pezzi di merda che sembra non abbiano altro da fare che andare in cerca di qualcuno da importunare. Questi sono i momenti in cui mi chiedo: "ma nella vita si è più rispettati se si è buoni o cattivi", e se si vive meglio ad essere giusti o ingiusti. 

La domanda me la sono posta, la risposta non l’ho ancora trovata. Forse l'esperienza mi suggerisce che si è più rispettati quando si è cattivi, ma non pure ben voluti. Purtroppo ci sarà sempre qualcuno che cercherà di calpestarti, e non è una questione filosofica, forse non è neanche una questione di essere buono o cattivo. Si può reagire anche perché è giusto farlo ed è giusto far vedere di avere il carattere per metterlo in atto, ma questo non esclude che si possa essere una persona buona e giusta. Essere giusti significa necessariamente perseguire una strada rinnegando l’altra, seppure va sottolineato che comunque vi è differenza tra bontà e giustizia. Cattiveria e bontà sono due estremi di uno stesso mondo. Ciò nonostante sono cose differenti che spesso si legano ed intrecciano poiché una persona giusta è quasi sempre considerata buona, così come una ingiusta è considerata cattiva. D’altro canto una cosa buona a volte non è la cosa più giusta. Nelle storie a lieto fine, dove si scontra da sempre il bene e il male, ci raccontano che è sempre il bene quello che alla fine vince. Mai il male. Ma è così? 
Per tanti che hanno un parere in merito ben definito, beati loro, sembra che infondo vi è quella forza misteriosa dei buoni che alla fine salva tutti. Quindi secondo loro dobbiamo essere buoni, giusti, generosi, altruisti, e dobbiamo tutti indistintamente, amare il nostro prossimo e spenderci  e prodigarci per lui in ogni caso, anche se non ne ricaviamo nessun ritorno, anche se non ne veniamo ripagati. Moralmente lo capisco, ma infondo non riesco ad accettarlo. Se proprio dovessi essere costretto a dare una risposta in merito sarebbe NO. La storia della vita che viviamo e che vedo anche negli altri, è che non è affatto detto che i meriti vengano premiati, che i migliori ottengano i riconoscimenti dovuti, l’esperienza di vita trascorsa è piena di esempi che mostrano i generosi, i bravi, i buoni, i disponibili, gli accondiscendenti sfruttati dagli altri e sopratutto dagli opportunisti e dai cattivi. Gli onesti vengono derubati dai ladri. Ripenso alle parole del grande Totò che parlando con il medico durante la visita gli spiega che la vita è fatta di uomini e caporali. E chi se lo dimentica. Penso che la verità è proprio quella. I caporali hanno tutti la stessa faccia. 
IL DISCORSO DI TOTÒ, TRATTO DAL FILM SIAMO UOMINI O CAPORALI?
L’umanità io l’ho divisa in due categorie di persone, uomini e caporali. La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza. Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie senza avere mai un raggio di sole, senza mai la minima soddisfazione, sempre nell'ombra grigia di un’esistenza grama…. I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla al posto di comando, spesso senza averne l’autorità, l’abilità o l’intelligenza ma con la sola bravura dello loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque.  Dunque hai capito Caporali si nasce non si diventa a qualunque ceto essi appartengono, di qualunque nazione essi siano, hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera. 
Purtroppo i giusti soffrono e i caporali sono tranquilli. Potremmo trovare pace nella parola di Dio che, alla fine, ricompenserà i buoni e punirà i malvagi secondo la volontà del signore. Ma anche questa risposta nei tempi moderni non trova più terreno fertile come una volta, questa risposta non soddisfa affatto, i nuovi uomini cercano qualcosa di più concreto, quasi una dimostrazione certa che possa essere così. Ma purtroppo non c’è calcolo che lo possa dimostrare. E allora mi chiedo perché poi esistono anche tanti uomini buoni, pacifici, generosi, giusti e altruisti? Molti lo sono solo verso ciò che amano, come il compagno, i figli, i genitori, gli amici, anche se da questa benevolenza non ne ricavano niente. Molti altri lo sono verso tutti, indistintamente. Quindi l’uomo non è buono e giusto per opportunismo, ma perché fortunatamente c’è anche uno slancio spontaneo che lo porta verso l’altro, a volere il suo bene, un bisogno innato di voler donare senza avere nulla in cambio. 
È questo slancio di benevolenza innata che controbilancia quella volontà di potenza e di dominio che pervade molte azioni umane. Non abbiamo nessuna formula matematica che ci può dimostrare se essere buoni conviene, ma auguriamoci che sia così….

Commenti