La castrazione chimica è un
tipo di trattamento farmacologico, solitamente non definitivo, provocato da
farmaci a base di ormoni, finalizzato alla riduzione della libido dell’attività
sessuale. E’ stata principalmente studiata e sviluppata come una misura
temporanea preventiva contro gli stupratori e pedofili e da applicare altresì
come parte di pena per coloro che fossero riconosciuti colpevoli di reati a
sfondo sessuale. Attualmente è stata messa in esecuzione in diversi paesi.
In molti paesi la
legislazione prevede che lo stesso pedofilo, riconosciuto colpevole, possa richiedere volontariamente la
castrazione chimica, ottenendo sconti di pena. Per il momento non è in vigore in Italia. Di fatti la castrazione chimica
consiste nel ridurre il livello di testosterone, cioè, ridurre l'efficenza dell’ormone che in qualche
modo esprime il desiderio sessuale, generalmente quello del maschio. Questo tipo di
percorso si può eseguire con l’utilizzo di farmaci androgeni che remano contro il
testosterone, farmaci come ad esempio il cipoterone acetato, oppure altre
sostanze chimiche che inibiscono in qualche modo il testosterone. La preferenza clinica di esecuzione è quella di agire sui
tessuti intramuscolari, per controllare meglio l’efficacia della terapia, che comunque
non si sviluppa in una sola somministrazione, ma va continuata nel tempo come
per altre terapie. Quindi può avvenire con trattamenti eseguiti periodicamente, generalmente
una volta alla settimana, una volta al mese, oppure una volta ogni tre mesi, a
seconda degli schemi clinici di terapia adottata. Ci sono anche degli effetti
collaterali, in questo tipo di trattamento, tanto è vero che esistono paesi
come la Germania o la Finlandia che seppure l’adottano come sistema preventivo,
lo adottano solo negli uomini più anziani, mentre negli uomini più giovani
l’utilizzo di questo tipo di terapia è molto contenuto in quanto si tratta di una
terapia che, se va prolungata nel tempo, può portare ad una concreta riduzione del
testicolo e quindi, di conseguenza può provocare gravi ripercussione alla
fertilità. Per questo motivo non è invece contenuto il sistema preventivo della castrazione chimica negli
uomini 50enni o 60enni.
Purtroppo la violenza sessuale è un problema serio di incolumità pubblica
che non trova freno con la sola pena carceraria, in quanto coloro che ne sono pure colpiti, non riescono a trovare un freno e rinunciare al desiderio, in quanto sono invasi da pensieri ossessivi che non vengono scacciati in alcun modo. In Italia, il ministro Salvini, ha sostenuto
in data 30 settembre 2018, con una dichiarazione che trova il mio personale
favore, che: “Per curare questi infami stupratori confermo l’opportunità della
castrazione chimica”. Secondo il parere
di una buona parte degli italiani coloro che venissero condannati per questi
tipi di reato dovrebbero essere sottoposti alla castrazione chimica, non solo
come pena per il reato commesso, quanto anche per preservare un diritto dell’incolumità
pubblica che è molto importante. Non sono casi isolati e singolari quelli di
uomini stranieri o italiani che sul territorio nazionale hanno consumato una violenza sessuale, e poi, una volta condannati hanno scontato una breve o media pena, e dopo essere stati rilasciati, sono tornati nuovamente a commettere gli stessi
reati, con le medesime brutalità, in alcuni casi anche nei confronti di donne
anziane. Per questo io sono d’accordo con quello che è uno dei cavalli di
battaglia della Lega, che sostiene fortemente che in un paese normale e
civile uno che stupra una donna, oppure mette le mani addosso ad un bambino, non
deve poterlo rifare una seconda volta.
Per il momento la proposta di legge presentata
per includere il trattamento farmacologico della castrazione chimica nei casi
di pedofilia o di violenza sessuale, non ha trovato i necessari consensi. Ma
speriamo bene! Altri, che hanno pareri diversi o contrari, sostengo che la castrazione
chimica non serve a niente, infatti è utilizzata solo da pochi paesi che non sono
per niente democratici. Affermano ancora che esistono tanti altri sistemi più efficaci
che si possono adottare, come sviluppare centri appositi che si occupino di questo
problema. Per me sono solo pagliativi!
L’esperienza già vissuta ci dimostra che pur mettendo la gente in
galera non si riesce a fare l'adeguata prevenzione, in quanto evidentemente non è
un deterrente efficace o funzionale. I contrari alla castrazione ritengono nel contempo che coloro che la
promuovono, lo fanno solo per finalità elettorali additandolo quale subdolo
slogan. La castrazione chimica nella parte europea è adottata solo dalla Russia, dalla Polonia e dalla Macedonia, se facciamo riferimento a quella forzata, mentre
se consideriamo anche i paesi che la praticano anche su base volontaria troviamo
la Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Svizzera,
Francia, Belgio, Portogallo e Regno Unito. Anche gli Stati Uniti utilizzano la castrazione
chimica, se vogliamo dare uno sguardo oltre oceano, come pure il Canada ed altri
ancora. Il dibattito sulla castrazione
chimica per chi commette atti di violenza sessuale o di pedofilia è
da sempre un tema assai controverso. La cronaca recente ha fatto in modo che in
Italia abbia preso piede una tesi predominante che è quelle del SI, che
raccoglie un consenso pari quasi al l’80 % degli italiani. Il risultato del
sondaggio di Eumetra evidenzia che ad essere particolarmente favorevoli, nel
79% dei casi, sono le donne, che sono i soggetti naturalmente più a rischio.
Per quanto riguarda i partiti a sostegno della castrazione chimica, al primo posto vi è
senza dubbio la Lega, che batte molto sul tema, nonostante come tutti sanno, è
un tema non inserito nel Contratto di Governo stipulato con il Movimento 5
stelle. Il mio parere personale, trattandosi di una terapia che ha
effetti temporali provvisori e non definitivi, è che sia un valido strumento per
preservare l’incolumità degli altri, quelli innocenti, quelli per bene, quelli che meritano una indubbia importanza superiorie a quella dei delinquenti. E’ una pratica funzionale con la quale possiamo tutelare
le vittime. E’ giusto non permettere ai carnefici di fare altre vittime, perché
i carnefici nonostante le punizioni esistenti e note, non riescono, a causa del loro
pensiero fisso, a rimanere inermi. Quella vocina che li spinge a
mietere altre vittime ancora, è sempre più forte di loro e delle loro eventuali buone intenzioni. Ritengo che chi è contro, ha solo una serie di posizioni ideologiche e non concrete, spesso dettate da ideologie di opposizione politica.
Ma allora come si può contrastare al meglio il
problema? Oltretutto il problema oggi è ingigantito dalla grande incantesimo
della rete. Oltre i classici educatori che praticano la pedofilia, vi sono
altri spunti che prendono piede nel web dove i gli innominabili agiscono adottando
profili infantili. In paesi più attenti come il Regno Unito i vigilanti della
rete consentono l’emissione di circa 150 condanne l’anno. I sorveglianti si fingono
bambini e adolescenti, mettono cuoricini ed innocenti smile nel profilo per
attirare l’attenzione dei predatori che navigano sui sociale e nelle chat. A
loro, gli esperti, si aggiungono anche volontari che si dedicano alla caccia
dei pedofili fingendosi vittime inermi. Anche in Italia vi sono persone che si
dedicano al pattugliamento della rete, raccogliendo l’apprezzamento degli indignati,
bene consapevoli della sproporzionata entità del problema che sfugge al
controllo delle forze di polizia, che in modo autonomo, non riescono a
contrastare il problema. Persone ammirevoli che si fingono vittime del web ed adescano
chattando per settimane o mesi con assoluta pazienza, finche il pedofilo parla
esplicitamente di sesso e chiede il fatidico incontro. A quel punto i volontari
hanno già eseguito un digital proiling e sono a conoscenza della sua identità e
indirizzo. A quel punto viene organizzato l’appuntamento in un luogo pubblico
per procedere poi all’arresto. Ma tutto questo non basta!
Oggi è diventata una vera esigenza prioritaria dell’opinione pubblica non
permettere che vengano stuprate altre donne o che vengano toccati bambini, i quali rimangono oltretutto traumatizzati per sempre. Una cosa tra le più oscene verità
dell’attualità è consentire ancora una volta che i minori, che non possono
difendersi, e che non hanno evidentemente le dovute tutele, in quanto spesso abbandonati
socialmente, diventano vittime di questi abusi. I pegiori abusi.
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