PERCHE’ LEI LUI MI TRATTA MALE
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Spesso può capitare, o almeno di tanto in tanto, capita che ci trattano male, soprattutto le persone che ci sono più vicine e ci chiediamo perché. Cerchiamo di trovare quelle motivazioni che possano giustificare il perché di tale comportamento e sentirci più sereni, quasi a giustificare quelle immotivate superbie.
Invece
forse la domanda giusta da porci sarebbe un’altra. Perché noi permettiamo agli
altri di trattarci così? Perché anche se siamo fortemente irritati e ci da
fastidio essere trattati male, lasciamo andare senza fare nulla? Può
capitare tra amici, sul posto di lavoro, nell’ambito familiare, in coda per
parcheggiare o per comprare un panino. In certi casi i soprusi li si ereditano
perché gli altri prima di noi lo hanno anche permesso, nelle medesime
condizioni, quindi può capitare di inserirsi in un contesto relazionale, in un
posto di lavoro o altrove, dove le relazioni sono scorrette. Ad esempio può
capitare di intraprendere una relazione sentimentale con qualcuno abituato a
sopraffare l’altro. Oppure può capitare di imbattersi in un posto di lavoro
dove il capo, il responsabile o addirittura il proprietario è un tipo nervoso,
iracondo, poco socievole, con poco garbo, e tanta spocchia, incurante degli
stati d’animo altrui, proprio perché forse quelli che ci hanno preceduto lo hanno
permesso. Ti rendi conto che quello, il despota, se ne sta tranquillamente lì,
irascibile, giudicante e intollerante, assopito nella sua tristezza e con la
cattiva abitudine di bestemmiare ed offendere ad oltranza chiunque, per tutto
il giorno, urlando nervosamente contro tutti coloro che gli sono alle
dipendenze. Quindi tu insieme a tutti gli altri malcapitati, o anche solo,
psicologicamente sottomesso da un comune e tacito accordo, rimani inerme senza
fare niente contro tutte quelle brutte aggressioni verbali che ti colpiscono
nel profondo. Tutto ciò non è solo l’andazzo spiacevole che può capitare sul
posto di lavoro, ma situazioni di questo genere capitano anche tra le mura
domestiche, in famiglia con i più cari, tra gli amici di scuola, tra gli amici
del sabato, con atti di vero bullismo. Insomma in certi casi cambiano le
situazioni, gli ambienti ma non quelle insopportabili violenze. Se diamo per
vero tutto ciò, allora è normale che ad un certo punto ci fermiamo e ci
chiediamo perché determinate persone, anche quelle più vicine a noi ci trattano
male?
Ora,
che siano estranei, colleghi di lavoro, amici o familiari, probabilmente la
cosa che più preme è quella di capire cosa li spinge a comportarsi in questo
modo. E' colpa nostra? Vorremmo capire che cosa accade osservando bene il loro
comportamento ed in alcuni casi chiedendo consiglio ed aiuto agli altri, il
tutto per trovare una soluzione. Questo può essere un inizio, parlare
apertamente del problema e fugare ogni dubbio. Certamente è necessario stabilire
con chiarezza quali sono i limiti sani che non vanno oltrepassati da chi ci
mortifica, ci umilia e ci calpesta. Ancora peggio o più difficile diventa la
faccenda, se la persona in causa è qualcuno che ci sta vicino, ma altrettanto
importante è mettere tutto in chiaro, ovvero dire a chi ci tratta male, con
fermezza, che se non cambia il suo atteggiamento, saremo costretti ad
allontanarla da noi, per dare importanza al nostro benessere. Penso che
piuttosto che farsi sopraffare in modo sguarnito è preferibile rispondere con
intelligenza o addirittura reagire in modo deciso, anche aggressivo, seppure
non è sempre così facile gestire situazioni delicate dove vi è un alto carico
emotivo. Quando gli altri ci trattano senza rispetto o addirittura in modo minaccioso,
si attivano determinati meccanismi celebrali legati all’istinto di
sopravvivenza, che ci fanno reagire in modo aggressivo per puro istinto di
difesa. Ma è meglio questo che tacere. Non dobbiamo sottovalutare quanto
valiamo, e quando qualcuno ci tratta male, oltrepassa i limiti di ciò che è
lecito calpestando la nostra autostima attraverso il disprezzo, le parole
offensive, l’umiliazione e persino l’inganno dobbiamo necessariamente reagire.
Quando viviamo una situazione del genere, ci sentiamo attaccati, perché viene
colpito proprio quello che facciamo più fatica a costruire, la coscienza del
sé, la nostra autostima, la nostra integrità personale. Se qualcuno ci
aggredisce dicendo che siamo delle nullità, l’unica cosa da non fare è perdere
le staffe e andare su tutte le furie. E' preferibile prima trovare altre
soluzioni. Poi a mali estremi, estremi rimedi!
Dovremmo
ricordare, facendo uso di una buona dose di temperanza, che siamo in possesso
di molte qualità, che siamo persone capaci e in grado di raggiungere tutte le
mete che ci riproponiamo, oltre ogni discutibile pessima opinione degli altri.
Poniamo un limite fermo alle aggressioni altrui rimanendo a galla con le nostre
capacità che ci permettono di trovare la forza quotidiana con cui ci facciamo
strada. Dobbiamo fissare il confine giusto tra ciò che vogliamo consentire e
ciò che invece non siamo disposti a tollerare. Quando qualcuno ci tratta male,
le emozioni prendono il controllo di noi e ci fanno reagire con paura o rabbia.
In questo caso, la prima cosa da fare è mantenere la calma per poter rispondere
in modo adeguato ma con fermezza, mettendo in chiaro che cosa permettiamo e
cosa no. Ricordiamoci che chi ci tratta male non merita né il nostro
tempo né le nostre attenzioni. Ci sono persone che sembrano nate apposta
per creare problemi agli altri, forse perché loro, di problemi, non ne hanno
affatto. Sono quelle che seminano il loro malumore ovunque e sputano il loro
veleno verso chi non se lo merita. Anche se non puoi controllare il comportamento
delle persone nei tuoi riguardi, puoi tuttavia far sapere come ti aspetti di
essere trattato, ponendo dei limiti ben chiari.
CONCLUSIONE
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