Quando compiamo un’azione sappiamo che c’è sempre una reazione
e penso che occorra chiedersi che effetto faccia perdonare gli altri ed essere
poi perdonati a sua volta. Perdonare è rinunciare alla vendetta alla punizione per ciò che si è
subito. Che cosa è dunque il perdono? E si può sempre perdonare sempre e chiunque e per
qualsiasi cosa? Moralmente dovrebbe essere così. Pero.....!
Riuscire a provare il
perdono per l’altro può voler dire dentro di se di costringere un pò se stessi a non immaginare di
ridurre l’altro sottomesso, a soccombere sotto lo stesso, se non più forte, male che ha
causato. Indubbiamente la rabbia spinge istintivamente alla vendetta, ma il
perdono può traghettare verso una grande umanità, dare all'altro e a se
stessi, una nuova possibilità perché tutti possono essere capaci di fare il meglio ma anche di fare il
peggio. Il perdono lo predicano in pochi, forse quelli più maturi e vicini alla
propria religione, ma i giovani e quelli un po’ più delusi ed amareggiati, forse
sono spinti solo da propositi di vendetta. E' nella natura umana. E’ pure vero che non sempre il
perdono è sincero, anche fra i credenti praticanti, a volte il perdono è impuro
è avido interessato calcolato, quindi non tanto generoso come vogliono far credere. Purtroppo le relazioni umane non sono affatto semplici, per questo a
volte credo che il perdono è solo un celato calcolo voluto che puzza di una
vendetta futura. Oltretutto si è sempre detto che la vendetta è un piatto che
va servito freddo. Chissà cosa è giusto? Chi può dirlo? Secondo me è una faccenda
molto intima ed individuale e non si può perdonare tutto. Io per lo meno non ne
sarei capace. Mi chiedo se ad esempio potrei perdonare chi ha commesso il reato
di stupro. La legge sicuramente no e probabilmente neanche io, e con me molti altri.
Secondo la bibbia perdonare significa assolvere chi ci ha offeso, il termine greco tradotto "perdonare” significa letteralmente “lasciar andare”. Possiamo perdonare gli altri quando non coviamo risentimento nei loro confronti e quando rinunciamo a rivendicare qualsiasi offesa o perdita che abbiamo subito.
Probabilmente
anche una persona di formazione cattolica, che non crede nella vendetta,
davanti a tanto orrore avrebbe difficoltà. E’ vero che tutti possono sbagliare
e tutti hanno diritto a una seconda possibilità, ma in certi casi è dura. Immaginare
una persona stuprata, che ha subito tanta violenza, poi ricoverata in un
ospedale a curarsi le ferite fisiche prima, e le altre dopo, magari una persona
cara vicina, non mi da affatto la forza di pensare al perdono. Come si fa a
perdonare, dimenticando tutto quello che riguarda il male fatto ad un corpo,
al quale in alcuni casi viene anche tolto la vita. Non mi viene di perdonare lo
stupratore, il mio sentimento è più rivolto alla povera vittima di turno che è stata
aggredita brutalmente e ripetutamente. Solo in Italia oltre un milione di donne
ha subito uno stupro oppure è stata oggetto di
un tentato stupro, molte non denunciano e quelli pagano sono molto pochi, troppo pochi.
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Lo
scrittore francese Éric-Emmanuel Schmitt è nato a Sainte-Foy-lès-Lyon nel 1960,
è un famoso scrittore drammaturgo. Autore di circa una quarantina di opere, alcune
delle quali tra cui utilizzate per la
realizzazione di film. Ora ha dedicato con questo libro alle sfumature della
vendetta asserendo in qualche modo che il perdono è un'attività veramente efficace
contro la violenza che vive nei tempi moderni. Ha sviluppato questi quattro
racconti per parlare della vendetta e del perdono. Nel primo, una sorella
gelosa dell’altra, che invece l’ama profondamente. La seconda storia quella di un
uomo che abusa di una ragazza ingenua, ma più tardi le ruberà il figlio. Nel
terzo racconto, la madre che cerca di capire l’assassino della figlia. Nell'ultimo racconto un vecchio taciturno che prende coscienza di un segreto dimenticato, leggendo Il
piccolo principe a una bambina.
La prima
storia.
Le
sorelle Barbarin sono gemelle, ma Lily è nata poco prima di Moisette. Lily
perdona continuamente tutto il male che le fa Moisette. E questo perdono a
ripetizione, dovuto all'amore, provoca un odio sempre più grande, il contrario dell’amore.
È troppo rapido, concesso impropriamente mentre Moisette avrebbe avuto bisogno di
limiti. E da parte di Lily esiste un certo conforto nel perdonare, è egoistico
e narcisistico.
La
seconda storia
Il racconto
fa riferimento all'opera Madame Butterfly di Puccini. Mandine, la protagonista,
è semplice di spirito ma ricca nel cuore. È l’amore assoluto in ogni modo, perdona
quello che non si può perdonare al suo amante.
La
terza storia
Il
perdono può essere la forma più raffinata di vendetta. L’eroina ha risvegliato l’umanità
di quest’uomo, l’assassino di sua figlia. Ma così si prende anche una rivincita.
La
quarta storia
Un
vecchio aviatore, che legge “Il piccolo principe”, si renderà conto di aver
commesso un crimine involontario nel passato e quindi lui vuole perdonare se
stesso e cercherà una redenzione eroica.
Secondo voi fin dove è giusto trovare la forza di perdonare.
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