Sentiamo spesso dire di un qualcosa che è diventato
virale, a volte anche cose molto sciocche lo diventano. Se volessimo esaminare
il significato della parola potremmo dire che virale è quell'infezione causata
da un virus che provoca, direttamente o indirettamente, danni strutturali e
funzionali a cellule e tessuti di ogni genere, infezioni che possono evolvere
in modi diversi, in relazione sia alle proprietà dei virus che a quella dei
tessuti aggrediti.
Probabilmente oggi il termine virale è più conosciuto
per il significato commerciale di esso che basa la sua strategia del
passaparola e sulla propagazione a macchia d’olio di un qualcosa entro gruppi
omogenei o eterogeni di consumatori o spettatori. Anche un semplice video che
attira particolare simpatia può provocare viralità sul web e questo attira
l’attenzione di molti. Oggi ritengo che questa parola, una volta usata
sporadicamente, è stata inflazionata e strausata in modo errato. Per viralità oggi si intende quel
gusto populista che piace in modo così contagioso che viene visualizzato ed
apprezzato da tutti, un vero passaparola digitale sul web. Un contenuto che si
diffonde molto rapidamente tramite i nuovi mezzi di comunicazione. Il termine
virale è stato accostato alla parola virus perché il messaggio, analogamente
alla diffusione esponenziale di un virus, viene trasmesso espandendosi molto
velocemente, da persona a persona, tramite il principio del passaparola o
attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. Ma non è facile far diventare virale
un qualsiasi contenuto sul web. Quello che rende virale un contenuto è senza ombra
dubbio il suo forte grado di apprezzamento coinvolgimento, nonché la capacità
di radicarsi in una o più comunità sul social.
L’oggetto condiviso può essere
un classico clip, un gioco, una foto, un post, o altro che viene pubblicato sui
social network, siti web e software. Un contenuto di questo tipo se viene giudicato particolarmente interessante, di tendenza, scherzoso, accattivante viene
condiviso, copiati e linkato dagli utenti sulle loro pagine web. Rendere
qualcosa virale, che nasca dalla spontaneità o dalla casualità, è possibile ma
di fatti i social alimentano l’illusione demagogica, che sia estremamente
facile, quando in realtà, dietro i grandi successi sono state costruite strategie,
o realizzati percorsi idonei seguendo dei canali secondo schemi di
comunicazione di massa, attraverso mediatori, come i testimonial pubblicitari e
i web influencer. Nulla viene dal caso
anche se nulla è impossibile. Pensare che un qualsiasi post possa diventare
dall’oggi al domani virale è sbagliato. La formula del successo non è editabile
e non è universale, ma empirica, singolare, particolare. Come dire c’è chi la
vuole cotta e chi la vuole cruda. Ad alcuni possono piacere paesaggi, ad altri
volti, ad altri ancora storie, a certi il classico ad altri lo stravagante e
tutti poi cercano di non assuefarsi ricercando il diversivo, la novità.
La curiosità, il
gusto sono fatti culturali, la popolarità di qualcosa è molto persuasiva,
finché non sentiamo il bisogno di seguire la nostra contrarietà. Naturalmente poiché
si tratta di un fenomeno di particolare interesse è stato subito considerato ed analizzato dal mondo degli affari. ll principio del viral marketing ha voluto sfruttare
questa ulteriore opportunità basandosi sull'originalità di un'idea o di un
qualcosa che, a causa della sua natura o del suo contenuto, riesce a espandersi
molto velocemente in una determinata cerchia. L'idea, che può rivelarsi
interessante per un utente, viene passata da questo ad altri contatti, da
questi ad altri ancora e così via. In questo modo tutti gli utenti suggeriscono o
raccomandano l'utilizzo di un determinato servizio. Questa è subito diventata
una tecnica promozionale, soprattutto in relazione a prodotti strettamente
connessi al mondo della rete. Un esempio di marketing virale in rete sono le
e-mail contenenti storie divertenti, giochi online, siti web curiosi, che nel
giro di pochi giorni possono attrarre milioni di visitatori. Uno dei fenomeni
che ha coinvolto molto i bambini ed adolescenti a livello internazionale è
stato la challenge, una sorta di gara, sfida musicale, che è diventato subito
virale. Però teniamo presente che questo fenomeno tratta anche un business che
per alcune società si è trasformando in una vera e propria gallina dalle uova
d’oro. SmartStudy, l’azienda coreana che ha prodotto il “piccolo squalo”, da quando
ha pubblicato il video, ha visto triplicare gli utili fino ad arrivare a 24 milioni
di dollari. Mica bruscolini!
Anche i più piccoli, che non sono più o meno esclusi
dalla rete, sono a loro insaputa dei piccoli spettatori ignari della
potenzialità fornita da loro stessi al mondo del fatturato. I genitori più moderni
usano i social come baby sitter digitali. Chi non ha mai visto una felice
famiglia a cena in pizzeria con il figlio tranquillo al tavolo che guarda il
cellulare o il tablet. Meglio di una baby sitter. Ed ecco che a quel punto
anche filastrocche, ninne-nanne e canzoni, giochi, video e tanto altro, per i
più piccoli diventano virali e danno vita a un business d’affari milionario. E’
statistica che un bambino su cinque, maneggia il suo smartphone o tablet prima
di aver compiuto cinque anni. Ora chi lavora in rete e pubblica contenuti ed ha
come obiettivo finale quello di far diventare il proprio prodotto virale, questo lo sa e lo sfruta. Per chi
vuole qualche dritta utile sull'argomento consiglio la lettura del libro che segue:
CONSIGLI E STRATEGIE
La rete internet è satura di contenuti di ogni genere e per
diventare virali sul web, non sarà più sufficiente avere delle idee originali.
Per avere un’alta risonanza nel mondo internet diventa necessario seguire delle
strategie efficienti. Qui alcuni consigli:
sfruttare al meglio le motivazioni e i comportamenti individuati
più comuni. Progettare una strategia di marketing che si basi sulle
motivazioni e i comportamenti più comuni. E' il modo migliore per innescare la
rivalità, è come fingersi pazzi se si vuole conquistare un mondo di folli. Oppure ancora
non si può andare a vendere milioni di frigoriferi al polo nord;
scegliere il formato giusto, puntando sui video oppure sui
contenuti testuali, a seconda dei casi. Ricordiamo che i video sono i prodotti
più fruiti sulla rete per la loro immediatezza. Gli utenti più giovani tendono
a condividere frequentemente i filmati oppure le foto sulle proprie pagine
social;
sfruttare il social listening ovvero analizzare e monitorare in modo
costante i contenuti e le campagne inerenti a prodotti simili a quelli che si
vogliono diffondere;
trarre il massimo profitto dalle reti di
comunicazione esistenti, perché già una parte di lavoro lì è stato fatto. Ogni
persona ha una conoscenza molto stretta con una rete composta tra familiari,
amici, colleghi. Alcune persone hanno una rete più ampia in base alla posizione
che ricoprono nella società. L’obiettivo della pianificazione della campagna di
marketing sta nell'imparare come inserire il messaggio pubblicitario nelle
relazioni esistenti tra le persone;
puntare sull’Influencer Marketing che
hanno già un tipo di marketing in cui la concentrazione è posta su di loro che
sono già autorevoli. I cosiddetti influencer ovvero quelle figure che hanno
molta autorità sui potenziali clienti o follower, quindi vengono inseriti in
video, foto o campagne pubblicitarie.
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