Correva
l’anno 1910 quando scoppiò la Rivoluzione messicana e, per sfuggire alla guerra,
molti messicani cercarono rifugio negli Stati Uniti. Parliamo degli anni in cui
la gente di colore era schiava e veniva uccisa ed impiccata agli alberi come fossero diavoli, oppure
venivano mutilati solo per aver guardato una donna bianca, oppure per aver
occupato un posto non loro. Erano anni in cui si viveva in modo diverso dai
tempi attuali e chi non aveva la pelle chiara era additata e malvista dai
bianchi. Parliamo di altre epoche.
Un buon governo deve
orientativamente tendere, da un punto di vista legislativo, a vietare l’uso di
sostanze che possono essere dannose per le persone o che per lo meno si presuma possano essere pericolose
per la salute pubblica. Questo orientamento ideologico ha trovato riscontro
spesso in quel fenomeno chiamato proibizionismo. Questo orientamento discende
dall'idea che le organizzazioni e gli stati abbiano il dovere di proteggere la
salute del cittadino e l’ordine sociale dalle conseguenze dell’uso delle
sostanze dannose. Con il proibizionismo, che spesso si è dimostrato
fallimentare, si tende a limitare la libertà individuale per motivi di salute,
ordine pubblico, morale, o rispetto di tradizioni e/o religioni. Date queste
premesse, non stupisce che la discussione sulla proibizione di determinate
sostanze sia all'ordine del giorno, fin dalla notte dei tempi. Ma ora facciamo un passo indietro. A quell'epoca i
messicani usavano la cannabis come medicina (anche oggi alcuni appassionati del consumo giustificano l’uso a scopo terapeutico) o la fumavano. Un’usanza praticata da
pochi e comunque sconosciuta ai bianchi americani. Come oggi con il problema delle
massicce immigrazioni che portano problemi e fanno paura da un lato, anche in
quei tempi i governanti cercarono di fermare il flusso massiccio migratorio, trovando un pretesto legale per avere una soluzione al problema. Harry
J. Anslinger, direttore dal 1930 al 1962 della Federal Bureau of Narcotics,
oggi conosciuta come DEA, pensò di utilizzare come scusa contro i messicani,
l’utilizzo di questa pianta proprio per colpire i nuovi immigrati e cercare di
ricacciarli indietro. Al suo punto di vista si unirono molte aziende
farmaceutiche e chimiche, terrorizzate dal possibile utilizzo medico e
industriale di questa pianta, e quindi dalla previsione di perdita di molto
denaro in profitto. Anche nei tempi attuali le cose non sono molto cambiate, le
case farmaceutiche antepongo il profitto alla cura. A tutto ciò si unì il pare
della stampa che aveva bisogno di un nemico, un capro espiatorio, una notizia per vendere
giornali.
Tutti improvvisamente con il dito puntato su un qualcosa di
sconosciuto, ovvero la cannabis o anche marijuana, chiamata così, per
utilizzare la lingua spagnola, e quindi rendere l’idea che si trattasse di
qualcosa di anti americano. In origine, quando la medicina era certamente
indietro rispetto ad oggi, la cannabis non fu resa illegale per la sua
pericolosità, ma per una questione razziale ed economica. Non con questo voglio
sostenere che la cannabis sia qualcosa di salutare o miracoloso, né tanto meno
sostenere che faccia bene alla salute o di essere favorevole all'uso.
Qualcuno disse che
“fumare spinelli fa credere ai neri di valere tanto quanto gli uomini bianchi”
o che “la ragione principale per bandire la marijuana è il suo effetto sulle
razze degenerate” oppure ancora che “la maggior parte dei fumatori di marijuana
sono negri, ispanici”. Tutto questo ed altro fece passare il Marijuana Tax Act
che rese la pianta illegale negli Stati Uniti e fece da modello per il resto
del mondo occidentale, che imitò gli Stati Uniti con legislazioni simili.
Seppure gli adolescenti credono di sballarsi con la cannabis e si sentono poi
soddisfatti, e non solo gli adolescenti, di fatti la scienza ha dimostrato che
la cannabis non è una droga pericolosa ed ha anche reali effetti anti
convulsivi ed ansiolitici se utilizzata con criterio. Oggi sia in Europa che in altri stati sparsi nei
vari continenti, l’utilizzo della cannabis, a certe condizioni è possibile ed è
legale. Lo è da un pò anche in Italia.
La legge del 2 dicembre 2016,
n. 242 che riguarda le disposizioni per la promozione della coltivazione e
della filiera agroindustriale della canapa (GU Serie Generale n. 304 del
30.12.2016) entrata in vigore il 14.01.2017 ha lasciato i suoi evidenti
effetti. Gli antiproibizionisti, i rivoluzionari, hanno conquistato
una tappa, la canna è legalizzata. l ministero dell'Agricoltura con una
circolare dettagliata precisa le regole del mercato delle infiorescenze. E chi
è nel business festeggia. Soprattutto festeggia Luca Marola, ideatore e
fondatore di Easy Joint, fra i primi esempi di cannabis light - la marijuana
"legale" in commercio con un limite di Thc inferiore allo 0,2% - che
nell'ultimo anno ha rivoluzionato il mercato. Gli hemp shop stanno
crescendo, le farmacie, pur con cautela, iniziano a sentire l’odore del
business, il musicista hip hop Gué Pequeno ha lanciato una linea di bustine
fumabili chiamate Zen. Quando è stata approvata la legge per molti nostalgici è
sembrato un ritorno di fiamma anche per i più maturi che avendo chiuso i
rapporti da un pezzo con il proprio pusher di fiducia, hanno deciso di trovare
nuova pace e tranquillità fumandosi dell’erba light. Per loro fortunatamente la
cannabis è legale in Italia e non si incorre in nessun tipo di problema. I dati
ufficiali dicono che in questo anno il mercato è stato stimato in circa 40
milioni di euro. Soldi che sono stati tolti alle organizzazioni criminali come
la mafia, la camorra l’ndrangheta.
Ma questo beneficio sarà effettivo,
durerà per molto oppure di fatto una volta legale questo suo fascino si perderà
e gli appassionati si riverseranno verso qualcosa di più forte e soprattutto di
illegale, che è tutta un’altra cosa, fare quello che è illegale. Il fascino del proibito! C’è chi vorrebbe
fare un passo indietro e tornare al vecchio regime, mentre altri sostengono che
sono sciocchi pregiudizi e che si rischia di danneggiare tante persone
lavoratrici oneste.
Le teste sono tante e tutte pensatrici. Di fatti in questo
già complesso e più che altro caotico mondo normativo italiano, che regola ed
ha regolato in passato la coltivazione, fabbricazione, vendita, cessione e
tutto il resto, normative che hanno subito nei tempi continue evoluzioni e
cambiamenti, ci mancava questo nuovo esperimento a complicare il tutto.
Speriamo che si trovi la strada migliore per il bene di tutti. Per quanto riguarda il motivo che ha originariamente reso illegale questa droga, ognuno avrà il suo parere.
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