La timidezza è una delle
caratteristiche della personalità che caratterizza in modo diverso il
comportamento di tutti gli uomini improntato ad esitazione, ritrosia, impaccio.
All'esasperazione si può manifestare come una paura sociale con veri attacchi di
panico, conseguenti ad un profondo senso di inadeguatezza nei rapporti con gli
altri. E’ un aspetto normale della personalità che riguarda la maggior parte
delle persone. Secondo le statistiche, in Giappone il 60% delle persone si
dichiarano timide, negli Stati Uniti il 40% ed in Israele invece solo il 27%. Ma tutti provano timidezza!
Quando
ci si sente in imbarazzo ed un po’ impacciati verso gli altri oppure verso le situazione, non bisogna vergognarsene, perché non è sempre necessario mostrarsi spigliati
ed estroversi, anche se va dato atto che in alcune situazioni la timidezza rischia di
precludere alcune opportunità importanti. Non mettersi mai in gioco non va bene. Secondo alcuni la
timidezza non va necessariamente vinta. Guai a farlo perché è un dono
rarissimo, meglio della spregiudicatezza, che può anche rendere attraenti. Chi è
schivo, chi arrossisce, chi abbassa lo sguardo può anche conquistare gli altri
facilmente per la loro naturalezza, perché diventa una vera forza. Altri dicono
che se intanto si vuole vincere la timidezza bisogna fregarsene del giudizio
altrui e rendersi conto che spesso quelli che sembrano molto sicuri, sono anche ridicoli. Purtroppo è vero che viene fuori proprio nei momenti meno
opportuni e ti blocca, proprio quando devi esprimere il tuo punto di vista,
quando devi parlare in pubblico, quando devi far capire all'altro le tue
ragioni, quando ti trovi davanti a persone che conosci o che non conosci ma, che
ti mettono in soggezione. In determinate situazioni la timidezza rischia
di frenare tutto. Non serve a nulla spaventarsi ma diventa utile prendere
consapevolezza che non si tratta di un difetto e che comunque è
correggibile, è un atteggiamento si può migliorare.
In effetti per ognuno
di noi vale la teoria che siamo quello che diventiamo a seguito di tutte le pressioni
esterne ambientali alle quali siamo sottoposti a partire dai nostri genitori per
continuare con tutto il resto. Pensiamo che l’homo primitivo aveva tutti gli
strumenti, la configurazione e la distribuzione di tratti perfetti per vivere
da nomade. Una volta stretti i forti legami sociali, è cambiato, anche per motivi di sicurezza in quanto la
maggior parte degli uomini non intrattiene volentieri rapporti amichevoli con
estranei volendo preservare una certa tranquillità interna alla cerchia. Questo
ragionamento per far comprendere l’importanza del condizionamento sociale che
può indurre alla timidezza che è una tendenza comportamentale ed emotiva comune
a molte persone. La persona timida tende ad evitare una data situazione
che prevedere come difficile. Non è altro che una strategia basica ed istintiva
difensiva come tante altre. Molto dipende dai contesti infatti, una persona
potrebbe essere timida in particolari circostanze e invece mostrarsi del tutto spigliata
in altre. Ognuno di noi ha delle tendenze verso un determinato atteggiamento,
che si esprime, a seguito delle pressioni esterne, sin dall'infanzia, ma che
poi si possono modellare e trasformare in seguito, come frutto di varie esperienze.
E’
proprio lo stesso individuo che se viene etichettato come timido sarà
naturalmente condizionato a sentirsi tale facendo della timidezza la propria
caratteristica. E’ opportuno dire pure che la timidezza è una parte caratteriale, e di per sé non è connessa all'autostima, seppure può essere
indicativa nel parere degli altri. Le persone molto timide, però, facendo fatica
a relazionarsi con gli altri e ad affrontare contesti sociali, restando in
disparte rispetto a situazioni pubbliche, possono tendere a sviluppare idee di
sé stessi non del tutto positive, con la conseguenza di sviluppare una stima di
sé non alta. Non è una regola fissa ma ci sono persone timide che, riconoscendo
la timidezza come un proprio tratto distintivo, non la considerano uno
svantaggio ma anzi la sfruttano al meglio insieme ad altre qualità che
possiedono e quindi riescono a mantenere un'autostima molto alta. Di solito l’essere
timidi dipende dalle insicurezze esistenti. Ci sono alcune situazioni nelle
quali ci si sente più sicuri di noi stessi, ed in questi casi si comprende che non
si mostra timidezza, mentre al contrario no. In questo meccanismo gioca un
ruolo fondamentale l’idea che si ha di se stessi nonché la percezione delle
stesse capacità in relazione al contesto. Di fatti esistono persone più
estroverse e altre meno, la timidezza è un limite perché spesso si vorrebbe
parlare, dire la propria fare un intervento, salutare un conoscente, ma si
prova imbarazzo.
E’ una cosa ben diversa dal non voler fare. Ci sono persone
introverse di carattere perché non desiderano avere molti rapporti sociali e non
vi è nulla di male, mentre al contrario la timidezza è un voler agire senza di
fatto farlo, un limite posto dall'inadeguatezza. Spesso chi è timido ha anche
una bassa considerazione di se stesso. Chi vive questi disagi rischia di
perdere delle opportunità per sperimentarsi in nuove situazioni o in quelle
situazioni che si ritengono difficili, mentre in realtà potrebbero essere appaganti
ed anche divertenti. Un’altra conseguenza dell’essere timidi è
l’effetto che la timidezza riporta verso gli altri con cui si è in relazione. Il
rischio è di non riuscire a farsi conoscere fino infondo, con tutti i pro e i
contro, per quello che si è. Poiché ogni medaglia ha il suo rovescio anche l’essere
timido ha i suo vantaggi in quanto protegge dalle situazioni che provocano ansia.
La timidezza in questo caso è da intendersi come un freno tirato, che potrebbe
far entrare nella situazione gradualmente, piuttosto che essere buttati dentro.
Il discorso è complesso ma coinvolge forse un po’ tutti. Chi non ha mai pensato
almeno una volta nella sua vita di aver sbagliato a non aver fatto questo o
quello, di non aver approfittato della situazione presentatasi? E allora i
rimpianti. Se fossi stato brillante, estroverso e sicuro le cose sarebbero
andate diversamente. A certi purtroppo questo capita di pensarlo troppo spesso.
Le persone si sentono sempre fuori luogo e fuori tempo, e rimangono in
silenzio senza riuscire ad esprimere la loro opinione per paura di sbagliare e
di essere giudicati male dagli altri. Chi è timido s’imprigiona da solo, e
rimane lì a sentirsi inadeguato e limitato, in sordina ad osservare gli altri.
Invece il mio consiglio è quello di guardarsi bene intorno con attenzione perché
nessuno è perfetto e tutti fanno i conti ogni giorno con le loro fragilità.
Forse in certi casi è più corretto tornare un po' bambino e non temere le reazioni
degli altri, anche quelle inaspettate. A me quando ero piccolo hanno insegnato
che l’unica domanda stupida è quella non fatta.
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