I nonni di una volta dicevano tra i loro mille
proverbi che nella vita ci vuole prima il pane, poi l'amore e dopo la fantasia. E non solo, dicevano
pure che l’ordine corretto doveva necessariamente essere questo. Molti
non rispettano questi tre punti e neanche l’ordine. In effetti
l’uomo è un animale ed è guidato essenzialmente dai bisogni fondamentali ma poi, con l’aumento della civiltà, ha messo in coda i bisogni primari e le emozioni probabilmente
hanno anche preso il sopravvento.
La moda è utile per descrivere la personalità
di un individuo al fine di comprendere che cosa gli possa piacere e cosa no. La
scelta dell’abbigliamento e dei colori crea l’identità di una persona nella
moda. Dunque l’uomo viene spinto a soddisfare tutti i bisogni anche quelli
futili che diventano fondamentali, perché nel profondo del subconscio la
menzogna che l’uomo si racconta innesca alcuni pensieri su come si sente, come
si vedono le cose e quindi ordina come comportarsi. Questa grande logica
l’hanno studiata e molti la sfruttano. Per questo un marchio diventa nella
testa di un uomo un fattore scatenante perché da uno status apparente che molti lo
interpretano come effettivo. Ma non è così. Questi importanti studi sulla
comunicazione vanno avanti da molti anni. Ma quindi che cosa scatta nell’essere
umano quando si trova difronte ad un marchio? Tutti guardano la tv, leggono il
giornale e tutto il resto, e lì nasce già l’influenza derivata dal desiderio ed
un semplice capo di abbigliamento diventa necessità. Ovviamente, c'è chi, non
può comprare capi firmati e desiste, chi invece non desiste affatto. Ma cosa ha di
speciale quel capo? Qualcuno ha una risposta? Personalmente, non ho nulla
contro i capi firmati, ma credo che siano effettivamente poi tanto speciali, se non, solo nell’illusione
di uno status. Ovviamente saranno di qualità migliore, dureranno un po’ di più
rispetto a qualcosa acquistato in un mercatino popolare, ma in ogni caso in
relazione al prezzo che si paga è spesso esagerato, ed anche se dura di più, alla fine non
ricompensa il costo.
GLI STUDI IN MERITO DICONO:
- L’acquirente fidato compra un certo marchio
per continuare a mantenere di sè quella idea di immagine affermata nel campo
personale o professionale in modo da continuare a sentirsi importante;
- i vestiti dei designer che vengono venduti
nei negozi sono molto più economici di quelli che vengono indossati dai modelli
sulle passerella durante le varie manifestazioni di moda;
- ci si affida ad un marchio perché è
efficiente e riconoscibile. Una sorta di garanzia fonte di informazioni sicure
che si completano con una storia ed una reputazione dettata da una identità.
Questa identità del marchio fa si che i valori da esso trasmessi
siano riportati e riconoscibili;
- grazie al loro design alla moda e al
materiale utilizzato per la loro creazione, gli abiti non solo offrono comodità
per chi li indossa, ma sono anche abbastanza resistenti per l’uso quotidiano.
Quindi, una persona, scegliendo le etichette del designer, usufruirà di
un’ottima qualità prezzo.
- l’acquirente soprattutto quelle fedele vuole
continuare a sentirsi in quella identità riconosciuta. Psicologicamente questo
è forse il motivo principale, perché acquistando quel marchio, si è sicuri di portare un capo
che lo trasporta in un’accettazione o addirittura ammirazione sociale.
E’ l’apparenza dettata dal qual gioco sociale
in cui tutti sono compresi e nessuno è escluso, neanche chi crede di esserlo. In questo mega sistema della società nessuno
sfugge. Un marchio in effetti vuol dire qualità, valore, un’idea di se
stessi e tutto questo spesso si paga molto. Le sensazione sono già dentro
chi compra perché un marchio riconoscibile rappresenta per il consumatore ciò
che ha già imparato sul quel capo nel corso degli anni. A volta capita anche di
rimanere delusi. Di solito in questo meccanismo i consumatori sono
disposti a pagare di più per un marchio che riconoscono, perché sono giunti a
credere che esso fornisce valore sicuro, garanzia. I grandi marchi hanno
creato nel tempo una percezione di coerenza, qualità e valore determinante,
guadagnato in anni di prestazioni di qualità. Solitamente un capo di
abbigliamento molto costoso è fatto molto meglio di quelli economici, come
tessuto, taglio, confezionamento, immagine, perché quello che si indossa è anche
comunicazione agli altri. E’ vero che l’abito non fa il monaco, ma l’immagine ha
un grande impatto sulle persone, soprattutto all’inizio, perché tutti giudicano
quello che vedono, anche chi dice di non farlo. Attraverso un capo si comunica agli
altri i propri gusti, il carattere, e tanto altro. L' abbigliamento indica lo
stato sociale, perché il vestito da 1.000 euro non tutti riescono a comprarlo,
come l’orologio da 5.000 o l’autovettura da 100.000. Un brand costoso è un modo
di dire e far capire a tutti, senza parlare, pure quelli che non conosciamo,
che sono ricco e quindi in grado di permettermi questo.
PERCHÉ IL MARCHIO COSTA COSÌ TANTO. LA
CONTRAFFAZIONE
Se c’è un marchio molti comprano quel
prodotto e poiché in molti lo comprano il marchio diventa più ambito e
importante, come il cane che si mozzica la coda. E’ la tendenza, la moda e la
moda costa. Una persona indossa un capo firmato e deva pagare per questo. In
realtà è bizzarro perché quando un marchio lo indossa qualcuno in qualche modo
noto è lui che viene pagato per indossarlo e non il contrario. Alcuni amano le
firme false. Ci sono quei capi o oggetti che si vendono sulle bancarelle per strada, con
tutti i marchi finti. Forse perché in qualche modo testimoniano
l'assurdità di tutto il sistema della moda e di ciò che fa tendenza. In questi
casi chi indossa solo originale, subito ti sbatte in faccia che si vede che il tuo non è genuino, ma si tratta
di un capo taroccato e che la contraffazione è reato, ma in realtà molto spesso
capita di imbattersi in finti veri o veri finti, cioè di capi falsi venduti in
negozio come originali o viceversa ed è veramente difficile coglierne la differenza. Anche lo scenario industriale apre un grande tema ovvero quello
della produzione in serie dove la differenza tra due capi la fa solo se c’è il
marchio. Ma allora perché funziona questo mercato? Forse perché in molti hanno
i soldi? Trovare una risposta è difficile.
Moralismi a parte è pure giusto
riconoscere la creatività di chi ha idee nuove. Infondo nessuno obbliga le
persone ad acquistare un capo in particolare. Quando un cliente acquista un
abito lo fa perché è economicamente nelle possibilità di farlo e per un
determinato gusto di farlo. Anche in questo ci sono molti pregiudizi e luoghi
comuni conditi da una mentalità piuttosto chiusa, chissà! Forse è anche
ingiusto giudicare le persone esclusivamente per come decidono di spendere i
propri soldi, perché la moda è anche buona parte dell'economia di un paese. Va anche detto che l’acquisto di roba
falsificata pur essendo reato viene eseguito consapevolmente per l’allettante
differenza di prezzo decisamente più vantaggioso. Oltretutto comprare merce
contraffatta è piuttosto semplice, basta recarsi in qualche mercatino o presso
qualche venditore ambulante oppure nei mercati allestiti delle varie città ed
il gioco è fatto. Di contro va detto che la contraffazione di prodotti
originali comunque costituisce reato e danneggia l'economia. Secondo il codice penale, chiunque
contraffà o altera marchi o segni distintivi, nazionali o esteri di prodotti
industriali, ovvero fa uso di tali marchi o segni contraffatti o alterati, è
punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 2.500 a
25mila euro. D’altro canto è pure vero che in certi casi non c’è tanta differenza tra un
capo firmato ed un capo anonimo.
Allora, se la differenza sta solo nella
scritta, perché spendere tutti quei soldi in più? Il contraffatto ti fa sentire
parte dell’élite più cool del momento e costa poco, ma infondo non si prova
quella bella soddisfazione.
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