Oggi, mio nipote di 11 anni, alla notizia del
superamento di un esame universitario importante di una sua cugina, ha esordito
dicendo che lui non ha alcuna intenzione di catapultarsi nel mondo dello
studio, perché lui già sa che vuole fare l’influencer. Dice che si guadagna di
più e per questo vuole trovare ed imitare il più grande influencer del momento.
La realtà
degli influencer è effettiva, ci sono, esistono e di fatti esercitano il loro
potere di manipolare i parere altrui per dettare le regole e le scelte da fare.
La loro forza risiede nel contenuto di quello che dicono e non nella capacità
di annoverare tanti followers, seppure ne è una conseguenza. Questo è un punto di
partenza per capire il fenomeno. E’ necessaria tanta buona volontà, capacità,
pazienza ed un pizzico di fortuna, tutto serve per fare poi molta esperienza nella
comunicazione ed essere in grado di proporre contenuti unici e validi. Ma
chi sono gli influencer? Come riescono a vivere di solo social? Da facebook,
twitter, Instagram a Youtube i testimonial di un tempo sono i nuovi protagonisti
del marketing. Ci sono tanti nuovi talenti e celebrità emersi dal web, così
quasi dal nulla, ed è quindi giusto rendersi conto di quello che c'è da sapere
su di loro. Ci sono i nomi di gente oramai ricca e famosa del settore, pensiamo
alla fashion influencer Chiara Ferragni che ha 13 circa milioni di follower solo
su Instagram, alla modella americana Kendall Jenner che ne ha quasi 91 milioni, oppure alla pop star Selena Gomes con oltre 130 milioni. Molte delle persone che poi
iniziano a seguire questi punti di riferimento sui social, ben noti al mondo
del web, diventano poi particolarmente attratti e poi ispirati, e percorrere il medesimo cammino.
Un mondo vero,
ma virtuale, racchiuso nello schermo di un pc, di uno smartphone, di un tablet,
dove le figure che nascono sui social occupano uno spazio sempre più ampio
nella società, dall'intrattenimento al marketing vero e proprio. Ma quando ha
origine tutto questo? Il mondo web ha avuto la sua fase iniziale nella seconda
metà degli anni Novanta, tra l’anno 1997 e l’anno 1998, ma all'epoca non vi
erano ancora i social. La vera fase cruciale si sviluppa dal 2000 al 2010, dove
uno dei primi colossi affermati è stato facebook. Nascono quindi i social media
così come li conosciamo noi oggi, e si va dal blogging alla cosiddetta like
economy. In questo decennio i social media sono diventati veri strumenti di
riconoscimento sociale per gli individui, ed invece strumenti di monetizzazione importante per le aziende. Insieme alla figura dei primi influencer, ovvero i pionieri di
questo nuovo mondo, in cui si sono guadagnati spazi e attenzioni, sudando un
like, c'è allacciata tutta una generazione che si ritrova ad esserne a sua volta parte attiva, a ruota senza, alcuna fatica, più o meno inconsapevolmente. Parlo dei figli di quelli già famosi
che introducono, anche involontariamente una loro influenza, grazie ai propri
cari. Pensate ai
giovanissimi che crescono e vivono fin da subito sotto i riflettori
inizialmente inconsapevoli, di ciò che accade intorno a loro, almeno fino a
quanto non avranno il loro primo approccio al social, oppure il loro primo
approccio al guadagno. Ma chi è oggi il più grande influencer? Chi è quello che
lo è da più tempo o che lo diventerà a discapito di qualcun altro?
In merito ho
letto di recente, su di una rivista molto importante, qualcosa che condivido, che provo a riproporre facendo fede sulla mia memoria e su qualche appunto stracciato. C’è stato uno che è nato
più di due mila anni fa in una stalla, suo padre era un semplice falegname e
sua madre una semplice donna. Una famiglia umile, che certamente non poteva
permettersi di dare al figlio una educazione importante. Quel bambino
intraprendeva discorsi anche con i grandi, su vari argomenti di interesse ed si
confrontava anche con uomini più istruiti. Non ebbe un vero lavoro,
andava in giro per il mondo vivendo di pane e acqua. In tutto ciò riusciva a
dare le sue opinioni a chi aveva voglia di stare ad ascoltarlo. Fù il manager
di una squadra di Discepoli, nessuno di loro era una star, tanto è vero che il
dodicesimo discepolo lo deluse e tanto. Le autorità dell’epoca lo arrestarono
come agitatore di folle, senza riuscire a stabilire di che colpa accusarlo.
Dopo le accuse lo uccisero con un paio di altri criminali. I suoi Discepoli
lo rinnegarono e persino il suo vice in carica dichiarò in più di un’occasione
che non aveva mai fatto parte della sua squadra. Morì a 33anni e non uscirono
necrologi. Ma d'altronde, Lui non aveva mai fatto affidamento sui gruppi di
tendenza per consigliarlo sulle mode correnti, né su di un guru che potesse spendere milioni di soldi per promuovere il Suo marchio. In definitiva sarete tutti perdonati nonostante qualcuno abbia pensato che sarebbe stato dimenticato in pochi giorni.
Non si può spiegare
eppure dopo più di duemila anni Gesù è ancora la più grande celebrità della
terra, senza l'aiuto di nessun social.
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