Fin da piccolo, forse da sempre, ho sempre assistito a situazioni ingiuste dove,
secondo il mio parere, gli imbecilli avevano successo e chi invece meritava, rimaneva nell'ombra degli altri. Da quel tempo in merito nulla è cambiato
continuo ad assistere alle medesime incongruenze. A scuola e sul lavoro si trova
sempre qualcuno che pur non avendo capacità risulta essere vincente. Perché?
Ce ne sono
tanti in giro di imbecilli che ad ogni livello riescono ad ottenere successo,
anche grandi successi. Chissà perché! Il concetto di meritocrazia mi è caduto
sotto i piedi. Puoi avere capacità, preparazione, talento, ci puoi mettere
impegno eppure arriva sempre qualcuno che scavalca tutto ciò, per qualche strana ragione. Allora l’impegno e le capacità forse non sono sempre un bene. A
partire dalle semplici competizioni duranti i concorsi pubblici il merito
sembra diventi solo il pretesto per generare quel clima ostico che giustifica l’introduzione
di sistemi di valutazione che si presentano come oggettivi ma che probabilmente
non possono esserlo. Nel mondo lavorativo la valutazione delle competenze delle
capacità è diventata una questione risolutiva e solo se si è in grado di essere
costantemente preformanti ed in grado di ampliare le skills individuali si può risultare vincenti. Così, se un tempo il lavoratore si sentiva alienato
perché veniva trattato come un robot in grado di svolgere un semplice ed unico
compito ripetitivo, oggi si sente peggio perché viene trattato sempre come una
macchina solo che oggi va riprogrammato a seconda delle esigenze aziendali,
oppure secondo il piacere di chi deve pianificare. Tutti si aspettano che tu sia
in grado di realizzare obiettivi diversi, complicati, irrealizzabili che
sfiorano l’impossibile e poi tutto e subito. Chi non riesce a stare al passo
via, come un vecchio telefono che non supporta più le nuove App.
Eppure per
tanti altri pare che ciò non valga, senza capacità e senza apparente impegno
riescono ad avere successo. E quindi mi chiedo cosa non funziona, almeno per
capire l’eventuale meccanismo e trarne beneficio. Certi sistemi, certi criteri,
certi ambienti non valorizzano i più bravi, i più capaci, i più impegnati ma forse
i più adatti alla circostanza momentanea, i più utili da certi punti di vista.
Proprio il mondo del web mi offre uno spunto di ragionamento sull'argomento, perché
oggi il sociale dimostra come non sono tanto i più capaci, quanto i più
competitivi, i più proiettati verso il successo personale, i più narcisisti
quelli che poi infondo raggiungo il successo, o forse anche quelli più disposti
a tutto. Un altro fattore comune che ho sempre notato è il comportamento che
deriva dall'ottenere successo. Chi lo raggiunge tende normalmente ad attribuirsi
indubbie qualità che spesso non possiede, ma che a loro dire, sono il segreto del
loro trionfo. Insomma, a mio parere scambiano la fortuna ricevuta con elementi
di merito, accreditandosi caratteristiche inesistenti. Sull'argomento si è espressa
anche un’indagine dello European University Institute di Fiesole, Firenze pubblicata
su Science Advances. Una
volta baciati dalla fortuna ed ottenuto il boom tutti a prendersi i meriti e a
sostenere di esserseli guadagnati con sudore e capacità. Sia che ve ne sia una
vera ragione sia che sia solo opera della casualità.
Forse è più difficile mantenere
il successo raggiunto che non coglierlo, quindi forse i meriti vanno
riconosciuti più a chi poi è in grado di mantenerlo. Sull'argomento giocano il
proprio ruolo tanti fattori che si intersecano in una complessità di dinamiche
della vita quotidiana. Di fatto oggi vedo una grande competitività su tutto ad
iniziare dal mondo delle star dove tutto o quasi è concesso. Oggi vengono premiati coloro si uniformano agli altri svalutano le differenze, che invece sono alla base
del talento, delle capacità, della genialità che a volte arrivano solo per caso
per l’intuito del momento. In questo si può innescare un brutto sistema
standardizzato con la relativa perdita del buon senso, perché per raggiungere
il risultato si può essere portati ad affidarsi a modelli standardizzati,
perdendo di mira la capacità che dovrebbe
essere veramente valutata, in quanto ci si adatta a quello che è il sistema di
valutazione, per essere come gli altri vogliono che siamo, rinunciando spesso alle parti di sé più originali,
spontanee e talentuose. Questi criteri premiano chi si uniforma e svalutano le
differenze, che invece sono alla base della genialità.
Tutto ciò favorisce quell'atteggiamento sbagliato ed
individualista che viene inculcata fin da bambini, dove si impara ad essere portati
a pensare che bisogna sempre e comunque competere per avere successo, iniziando dall'aspetto, dalla forma fisica, dall'abbigliamento, dal telefono posseduto e
tutto il resto. E’ pure vero che molte persone di successo si sottopongo più
facilmente a molte delle paure che bloccano gran parte delle persone, non perché
sono dei super eroi, ma perché piuttosto che evitare ciò che può causargli
disagio, si sforzano di vincere le loro paure tollerando ogni tipo di
situazione che li portano fuori dalla loro area di confort o che gli causano
qualche ansia, pur di migliorarsi e realizzarsi. Disposti a tutto pur di
ottenere. Affrontano quelle paure di cambiamento di fallimento di rifiuto o
anche paura di successo, paure che molti hanno e soffocano. Secondo gli studi ci sono persone che
hanno paura di riuscire per l’incertezza del dopo. Raggiungere grandi risultati
comporta il dover affrontare la responsabilità e temono di non avere la
capacità di gestire grandi situazioni.
Ma chi ha successo comunque continua nella
sua competizione che diventa una forma mentis pervasiva che condiziona tutti i comportamenti
della vita. Pensare sempre che sia tutto merito nostro è già una
dichiarazione di incapacità di base, sarebbe più opportuno raccoglierci nel
silenzio e pensare veramente a come ci sono andate le cose. Però va dato atto
che le persone di successo sanno bene che più realizzano e più potrebbero
perdere in futuro, ma ciò nonostante, hanno il coraggio di continuare per
raggiungere sempre vette più alte facendo affidamento sulle loro capacità per
trasformare i loro sogni in realtà.
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