Mi sono sempre piaciute pochissime
cose e ancora meno persone. Ciò nonostante e dopo tutti i brutti momenti che si
possono attraversare, poi si apre sempre una finestra di positività, perché un
motivo di vita ci deve pur essere. Questo ora sembra il tempo della penitenza, del sacrificio, della pazienza e della rinuncia. Chi lo avrebbe mai immaginato
solo qualche mese fa dove tutti erano impegnati nelle divertenti futilità
quotidiane che sarebbe arrivato il coprifuoco del coronavirus.
Il coronavirus proviene da una vasta famiglia di virus che causano varie malattie spaziando vanno dal comune
raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale e
la sindrome respiratoria acuta grave, più precisamente denominato come COVID19. In
questo momento è il virus più diffuso potente pericoloso e contagioso mai visto
primo. Dicono che l'unica cura possibile, per il momento, è l'isolamento. Sono d’accordo con tutto tranne che con l’ultimo punto. E si, sarà pure
il virus più potente, pericoloso e nocivo per l’uomo, ma secondo me non è il
più contagioso. Il virus più contagioso e veloce al mondo è la gioia di vivere.
La vita di tutti può apparire imperfetta, con uno sguardo distratto sul mondo,
costretta magari in un piccolo villaggio oppure in una insopportabile metropoli, che fabbrica strade all'infinito. Però è anche vero che è un’esperienza che trasforma
e coinvolge tutti ed in ogni senso. La creazione di ogni uomo diventa unica e
popolare in tutto il mondo in qualche modo, come un’opera dalla forza immensa.
In
questo momento esco fuori e vedo paura, tristezza, solitudine, angoscia,
diffidenza ed un piccolo uomo dall'incarnato pallido come un malato, che pedala
sulla sua vecchia bici, proveniente da una parte e diretto chissà dove, illuminato da una penombra urbana che lo accompagna nella sua solitudine. Si immerge fisicamente
nella sua strada fino a diventare un piccolo puntino e confondersi nella città priva di colori e pure lei sola come
tutto il resto. Eppure io ho fiducia, il percorso sarà faticoso, lo è stato sin
da quando tutto ha avuto inizio, con i primi bollettini, le prime ristrettezze, i
primi allarmi. Io sono fiducioso. Nascere in un mondo libero pieno di ricchezza
e luce che tutto a un tratto diventa desolato è una sfida difficile uno scontro drammatico. Ora ripartire in un
mondo così non è facile, ma come spesso capita nella vita, diventa necessario misurarsi, e la
popolazione umana ci riuscirà, a sublimare il dolore e le avversità creando domani
cose ancora migliori. Ci si può sentire in difficoltà con la fatica addosso e l’inconsapevolezza
di un senso a tutto questo, con tutti i dubbi sulla vita e al tempo stesso la delusione, ma
bisogna trovare la nuova voglia di relazionarsi con gli altri e riprendere in mano i legami affettivi. Sarà un percorso fatto di piccoli passi che si
consolideranno l’uno con l’altro.
C’è sicuramente la paura di quello che potrà
accadere domani, la paura della morte, dello spegnersi di certe ambizioni che
spostano tutti gli interessi sempre in un futuro che sembra più lontano e
incerto. Da qualche parte arriverà la forza e il buon senso per spiccare nuovamente
il volo e godere di nuovi viaggi. Serve solo il giusto coraggio ad armarsi di gentilezza
e generosità e buttare il cuore oltre l’ostacolo, con una perseveranza magica, fresca e allegra. La gioia di vivere
di tornare a fare le cose con la consapevolezza comune di apprezzare, più di
prima, tutte quelle piccole cose semplici ma importanti che sempre si danno per
scontate per acquisite, come un abbraccio, un caffè, un acquisto, una corsa, uno spettacolo. Ma così non è! Non è tutto scontato.
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