La comunicazione è importante, molto.
L’abilità di saper comunicare in modo efficace, è forse la più importante delle
abilità necessarie per muoversi bene nella vita umana, tanto che ha permesso a
uomini spregevoli di affermarsi nella vita e compiere atti disumani, solo grazie
a questa loro unica capacità. Si la comunicazione. L’atto di saper trasferire
delle informazioni da un luogo ad un altro, tra le persone.
L’uomo si
differenzia dagli altri essere viventi anche per la sua capacità di comunicare
con gli altri attraverso la parola, la possibilità di comunicare idee, pensieri, concetti seppur ogni comunicazione non è mai neutrale, tutto al fine
di convincere o ricevere consenso da chi ci ascolta. Ogni parola produce sempre
delle conseguenze e, bada bene, anche un silenzio esprime l'intenzionalità di
non voler comunicare. Si può comunicare verbalmente, per iscritto, in modo
visivo e con il linguaggio del corpo. Ogni persona, in ogni cosa o azione che
fa, comunica sempre qualcosa a qualcuno, a meno che non sia da sola. Non si può
non comunicare, anche quando non si fa niente. Buddha sosteneva che “le parole
hanno il potere di distruggere e di creare”, ed effettivamente il potere
delle parole è infinito e stravolgente. Soprattutto oggi, più di prima, perché il
mondo della comunicazione è diventato così vasto ed incontrollato, infatti tutti,
indistintamente, affondiamo inevitabilmente e lentamente in un mare di
informazioni, ma senza mai riuscire a toccare il fondo sul serio, rimando
spesso sul vago e superficiale.
Sono state certamente azzerate le
distanze geografiche, ma si cono moltiplicate le forme ed i modelli di comunicazione
dettati dalle differenti esperienze, culture, dialetti, usi ed abitudini, regole, tutti concetti poi a loro volta appresi da chi sta più in contatto con noi.
Tutto ciò ci conduce a ridurre la comunicazione a semplici linguaggi striminziti,
monosillabi, emotions di ogni tipo e gesti secchi.
In merito mi vengono in
mente i divertenti numeri di Zelig eseguiti dal comico Pino Campagna il quale
faceva una divertente ironia sui giovani che parlano dimezzando le parole. La
semplicità, la sintesi corretta è un valore quando è ricercata per toccare
profondamente le persone, ma spesso invece si vede la superficialità. Per sviluppare
delle abilità eccellenti di comunicazione è assolutamente essenziale una certa pratica
che va sempre esercitata in modo tale da essere in grado di condividere
conoscenze e idee agli altri trasmettendole con conoscenza ed entusiasmo. Il
metodo di comunicazione umana è frutto di sbagli, interazioni, rielaborazioni e
studi, ma rimane tuttora imperfetto, per comunicare efficacemente bisogna
quindi continuare ad esprimersi. Si comunica per confermare le nostre
conoscenze, ma spesso crediamo ciò che affermiamo, immutabile e
oggettivo, perché nel nostro pensiero sembra tutto realistico in modo
assoluto.
Secondo me è meglio tirare fuori le proprie idee un po’ per volta,
confrontandole con gli altri ed esternandole con gentilezza all'altra persona.
Lo dobbiamo fare innanzitutto per noi stessi. Dopo è necessario rimanere
in ascolto per arricchirci dall'altro, perché solo così, ascoltando si può
imparare ancora, in caso contrario non faremo altro che ripetere ad alata voce
agli altri ciò che già sappiamo. Tutto questo va eseguito con la forma dovuta perché
il modo fa la differenza. E’ la comunicazione para verbale. Si riferisce ai
messaggi che trasmettiamo attraverso il tono, il volume e il ritmo delle nostre
voci, ovvero a volta non è tanto cosa diciamo, bensì come lo
diciamo. Una frase può trasmettere significati completamente diversi a seconda
dell'enfasi sulle parole e del tono della voce. Infatti tendenzialmente
quando siamo eccitati, il nostro discorso tende a diventare rapido e con
tono alto, quando siamo annoiati, il discorso tende a rallentare e
assumere una qualità monotona, come pure quando ci sentiamo sulla difensiva, il
nostro discorso tende a essere brusco. Ad esempio un “vaffanculo” ad
un amico può essere, a seconda del tono, scherzoso o offensivo. Per questo a
volte non serve iniziare un dialogo in modo direttivo e aggressivo, o addirittura minaccioso,
anche se il nostro intento è quello di dare una scossa all'interlocutore. Si
corre il rischio di lasciare a questa persona la responsabilità di riconoscere
che si tratta di un altro punto di vista, tanto da costringerla a conclusioni
affrettate.
Una persona spaventata è una persona chiusa, che erge barriere e
difese, o parte per l’attacco preventivo. Il senso della comunicazione è
scambiare idee per capire quale sia la migliore, quindi pensare che io rimango
sulla mia idea e che l’altro non può farmi cambiare la mia, è sbagliato. Ci sono
coloro che vogliono influenzare il mondo col proprio pensiero, ed altri che lo
influenzano senza consapevolezza.
Non c’è nulla di sbagliato nell'esprimersi energicamente, concitatamente per un’idea fatta di passione e creatività, purché sia fatto in
modo costruttivo, ovvero trovando la forza di fermarsi quando si riconosce che
l’altra persona ha superato il proprio limite di capacità di confronto, offrendo strumenti di risposta all'interlocutore che ne è carente, lasciando spazio, perché maturi il concetto che vuole esprimere, in pratica offrendo una mano
quando inciampa. Non si colpisce quando si sa di essere in netta
superiorità linguistica. Se nel dialogo esistono due differenti livelli di capacità tocca a
quello più capace scendere al livello di quello meno dotato, perché l’altro non
può fare il contrario. In certi contesti, oltre una certa soglia non c’è
possibilità di guidare profondamente ed efficacemente, si arriva solo
manipolando, distruggendo l’autonomia di pensiero. Per innestare efficacemente
un’idea in una persona questa deve comprenderla appieno, farla propria, portela
sfruttare, applicare nella propria vita.
Come influenzare una persona se non ci
poniamo empaticamente, in ascolto dei suoi limiti attuali, se non continuiamo a
ritenere vantaggiosa l’idea. Prima di concludere voglio anche sottolineare un
aspetto che secondo il mio punto di vista è importate nella comunicazione. In
certi casi, dove regna l’assoluta sbagliata insistenza dell’altro, prendiamoci
la libertà di dire con chiarezza un benedetto NO. Anche senza dover dare una
spiegazione, senza un motivo apparente, senza una giustificazione, ma solo per
la voglia di voler dire NO. Penso un attimo ai continui squilli dei call center che tentano la vendita di un contratto. Quindi NO, anche se quello che mi dici può
suonare sensato, conveniente, ammaliante, la mia testa mi suggerisce di dire
NO. Ti sembrerò, stupido, irrazionale, emotivo, ma questa è la mia scelta ed è
la mia risposta definitiva!
CONCLUSIONI
Tutto questo per cercare di chiarire un
po’ le idee sulla comunicazione e l’importanza del dialogo che è tanto potente
quanto difficile, anche se forse ora ci sono più dubbi di prima. Ma quello che ho
voluto dire è che da questa confusione, da questa incertezza può nascere un corretto
modo di comunicare. Le parole influenzano direttamente il nostro cervello e, di
conseguenza, orientano i nostri comportamenti, perché attraverso le parole
giuste siamo in grado di accettare altre volontà, pertanto è fondamentale
prestare più attenzione alle parole che scegliamo di usare ogni giorno. Ampliare
i punti di vista serve a muoversi con meno sottintesi, facendo in modo di potare ogni
tanto il fitto bosco di regole interne.
A volte inconsapevoli ci muoviamo in un mondo guidato come burattini. Una comunicazione efficace deve presupporre
sempre una certa coerenza, altrimenti può creare confusione nel nostro
interlocutore o, addirittura, mancanza di fiducia, minando così la possibilità
di costruire una buona comunicazione. Soprattutto può fornire errori e soprattutto
a noi stessi.
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