Un
tempo gli adulti consigliavano di non parlare con gli sconosciuti. Oggi chissà! Si
può comunicare parlandosi di persona, che è una delle strada meno praticate,
oppure con un messaggio, con messaggio vocale, con una semplice foto, con una
mail, una video chiamata ed tanti altri modi ancora. Eppure comunicare è un’esigenza
innata dell’essere umano e la super popolarità dei nuovi mezzi di comunicazione
legata all'uso, direi eccessivo, ne è la prova, l’importante comunque è parlare.
D’altro canto
c’è chi è di parere differente. Fin dall'antichità il silenzio era considerato
terapeutico, un vero stato di pace in grado di guarire dal dolore emotivo e
dalla tristezza. Stare in silenzio ed ascoltare non vuole dire non aver nulla
da dire bensì, volgersi verso il sapere, verso le radici interne, verso la
propria natura. Pochi sono capaci di stare in silenzio. Per questo penso si
dica che il silenzio è d’oro. La verità è che oggi la comunicazione digitale ha trasformato
nettamente il modo di esprimersi a scapito della comunicazione vera, quella
faccia a faccia. In un periodo evolutivo, veramente breve quanto rapidamente
evolutivo, ci siamo trasformati nettamente diventando solitari, concentrati ognuno sul proprio
schermo o nel proprio mondo. Anche nel lavoro questa tendenza è più che mai
evidente. Uno studio di Cancer Research UK(1) rivela che i Millennial (che
rappresenteranno il 75% della forza lavoro entro il 2030) stanno
abbandonando la conversazione faccia a faccia a favore delle chat online, una
tendenza che sembra destinata ad aumentare. Eppure parlare fa bene alla salute,
soprattutto quella mentale. Forse quelli più incapaci a comprendere questo
semplice concetto sono gli adolescenti seppure non sono i soli.
Gli adolescenti
con scarsa capacità di linguaggio presentano nella vita quotidiana sintomi
depressivi più evidenti rispetto a coloro che comunicano ed hanno anche
maggiore probabilità di sviluppare serie patologie psichiatriche nell'età
adulta. Come si dice, i problemi non risolti da giovani si trascinano da grandi.
Proprio nella fase di crescita si vive un momento delicato e molti disturbi
dell'umore, e anche patologie più serie, insorgono proprio durante questa fase,
ed è fondamentale valutare tutti i fattori di rischio per la salute mentale. Chiacchierare,
qualunque sia l’argomento e qualunque sia il contesto fa bene. Un tempo si invitava
al silenzio, in chiesa, a scuola, al lavoro, e proprio i datori di lavoro spesso
disapprovavano le chiacchiere in ufficio, invece i nuovi studi di psicologia
organizzativa ritengono che la chiacchiera sia fondamentale per le performance,
basta non eccedere. Il dialogo può riguardare una partita di calcio, un film, i
figli, problemi interni, le relazioni sentimentali, vanno sempre bene perché le
chiacchiere creano relazioni e più ci dedichiamo a esse, più ci conosciamo a
vicenda, meglio leghiamo e più produttivi diventiamo. Va bene qualunque posto per far chiacchiere, dal tram, all'ufficio, in attesa dal medico. Questa affermazione
è supportata da studi che dimostrano che, quando le conversazioni occasionali
non sono possibili, le persone si rivelano meno produttive e meno capaci di
svolgere il proprio lavoro. Pensate un po’. Essere connessi è diventata un
esigenza umana, quasi di base, come il cibo e il sonno, ed esserne privati, può influire negativamente su tutto a partire dall'umore fino ad arrivare
alle relazione sociali, la mentalità o le prestazioni di ogni genere. Dimostrazione
è il grande sviluppo del lavoro sviluppato da remoto. Però vi sono degli
evidenti segni premonitori del lavoro a distanza, che hanno senza dubbio un
impatto negativo sulla vita di tutti e sono la mancanza di interazioni sociali.
Va dato degno riconoscimento alla veterana comunicazione faccia a faccia incoraggiando una maggiore conversazione tra le persone. Io infatti seppur non
sopporto i call center, in mancanza di comunicazione tramite una sportello, li
preferisco alla chat via web, perché qui anche l’umile telefono ha i suoi
vantaggi rispetto ai canali di comunicazione digitale perché consente di
percepire l’intonazione della conversazione, che è importante. Il tono della voce trasmette
dimensione ed emozione alle parole e offre indizi su come qualcuno possa
sentirsi riguardo alla discussione in corso. A volte la mancanza di
comunicazione deriva dal difficile contesto, infatti si tende a tacere laddove
una conversazione tra più persone avviene ma tratta di un argomento a noi
sconosciuto. Uno studio ha indagato sul rapporto esistente tra ricchezza del
linguaggio e salute mentale in un paese a basso reddito medio, dove l'accesso
ad adeguati programmi educativi è particolarmente difficile. La ricerca, ha
dimostrato attraverso una serie di
questionari, che le persone con abilità linguistica carente o affetti da disturbi
evolutivi specifici della parola e del linguaggio, hanno più frequentemente
problemi come l’ansia, la depressione, l’irritabilità. Migliori capacità
linguistiche, al contrario, sembrano mitigare l'incidenza o il perdurare di
questi disturbi. Quindi meglio parlare comunicare a qualsiasi livello. E'chiaro il concetto?
Alcune
ricerche hanno dimostrato che rinunciare a una normale conversazione con altri
può avere un impatto negativo, non solo sulla nostra salute e felicità, ma
anche sulla nostra produttività. L’aumento della qualità della vita che deriva
dal faccia a faccia con gli altri non è sostituibile con il tempo trascorso
interagendo con altri online. Riflettete quindi su questo!
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