CAMMINAVO SULLA SABBIA DI KAHLIL GIBRAN
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È quello che accade ogni giorno in ogni posto. Ci passa sempre qualcuno camminando da cieco, senza rendersi conto. Non c’è altro da dire.
CAMMINAVO SULLA SABBIA
Camminavo sulla sabbia. Bassa marea.
E giù, oltre, la curva, scrissi un verso sulla sabbia.
E in quel verso scrissi quel che la mia mente pensava
e ciò che la mia anima desiderava.
E quando la marea fu alta,
ritornai, ancora, su quel lido,
e di ciò che avevo scritto nulla trovai.
trovai solo i segni del bastone di uno che aveva lì camminato da cieco
Kahlil Gibran è stato un poeta libanese naturalizzato statunitense, nato a New York l’11 aprile 1931. Visto inizialmente come uno scrittore visionario perché le sue parole erano quelle di un profeta, capaci di forgiare le menti e imprimersi indelebili nelle coscienze. Dall’indole solitaria e riflessiva, il poeta ha parlato del costante fluire dell’acqua, del ciclo della vita e del movimento degli astri tramutando il simbolismo naturale in una realtà effettiva dalla quale trarre preziosi insegnamenti. Le sue opere furono distribuite ben oltre il suo paese d'origine e i suoi scritti divennero famosi anche perché considerati da molti come "perle di saggezza", nonché punti di riferimento mistici. Il suo libro più celebre è stato “Il profeta” pubblicato nel 1923. Un volume peculiare, unico nel suo genere, composto di ventisei saggi scritti sotto forma di poesia. Gibran in molti dei suoi componimenti descrive la realtà e il mondo con termini e riflessioni spirituali. "Il profeta" ha avuto molto successo anche tra i movimenti New Age. Fu considerato come un vero profeta, capace di instillare perle di saggezza e di suscitare riflessioni e un profondo rinnovamento tra le persone.
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