FEMMINICIDIO E LE DINAMICHE DELLA COPPIA

una coppia di giovani

Disparità Economica e violenza una relazione da comprendere sulle diverse classi sociali.

Il fenomeno del femminicidio in Italia, purtroppo, è una tragica realtà che continua a scuotere le coscienze e mette in evidenza le dinamiche di violenza nelle relazioni di coppia. I casi in cui uomini, spesso partner o ex partner, uccidono le loro compagne perché accecati dalla rabbia o dall'incapacità di accettare una separazione sono dolorosamente frequenti, tuttavia, a mio parere un'analisi più approfondita rivela che i casi di femminicidio emergono con maggiore frequenza tra le fasce economicamente più deboli, toccando raramente le coppie appartenenti alle classi benestanti. Allora mi domando quanto è vero che questi atti di violenza sono frutto di una cultura patriarcale ancora radicata e della mancanza di controllo sulle proprie emozioni? Sono inaccettabili e devono essere condannati senza esitazione, però. Per affrontare in maniera onesta e completa il problema delle relazioni tossiche, è importante analizzare tutte le sfaccettature della questione. Se nelle famiglie benestanti, tali episodi sono pressoché assenti, questo dato deve essere lo spunto per portare a riflettere su come le condizioni economiche possono contribuire ad innescare dinamiche distruttive nelle relazioni di coppia, con tragici epiloghi.

Correlazione tra il ruolo economico instabile e la violenza derivata

Le separazioni sono, già di per sé emotivamente complesse, sono momenti difficili da affrontare, ma nelle fasce più povere della popolazione possono trasformarsi in vere e proprie catastrofi individuali. Per molte coppie economicamente fragili, una separazione non rappresenta solo la fine di una relazione, ma l'inizio di un tracollo finanziario. L'uomo, spesso obbligato legalmente a lasciare la casa familiare, anche propria, e a sostenere economicamente la ex compagnia ed eventuali figli, si ritrova spesso in una condizione di povertà assoluta, amplificando così quei sentimenti di frustrazione, impotenza, disperazione e profondo rancore. 

Le norme legali, pensate per proteggere i figli e il coniuge economicamente più vulnerabile, spesso impongono all'uomo di rimanere nel disastro finanziario. Quindi mi chiedo, tutta questa esasperazione può degenerare e contribuire nello sviluppo di episodi di violenza? L'incapacità di far fronte a un sistema percepito come ingiusto, unita alla sensazione di aver perso tutto — relazioni, stabilità e dignità — spinge alcuni uomini a compiere gesti estremi, con conseguenze tragiche per le loro compagne e per sé stessi. Per contro, la donna riesce spesso a proseguire il proprio cammino con un certo grado di stabilità economica, aggravando la percezione di squilibrio da parte dell'uomo.

Il ruolo della legge
Non accettare la separazione, per alcuni uomini, non è tanto una difficoltà al rifiuto del legame affettivo quanto una reazione amara alla consapevolezza che la rottura comporterà un crollo economico e sociale solo per sé stessi. Questa situazione di profondo squilibrio pure necessita di una riflessione molto approfondita. In Italia, il sistema legale relativo alla separazione tende a privilegiare la protezione della donna e dei figli, come è giusto che sia, in un contesto dove spesso le donne sono le più vulnerabili. Tuttavia, per gli uomini appartenenti alle classi sociali più deboli, ciò può trasformarsi in una percezione di abbandono da parte delle istituzioni, della famiglia e della società. Quando un uomo, già in difficoltà economiche, è costretto a lasciare la propria casa e a sostenere economicamente l'ex partner, senza alternative concrete per sé, può sentirsi intrappolato in una spirale senza via d'uscita. In queste situazioni, il supporto sociale è inesistente, lasciando spazio solo ad un'escalation di rabbia e violenza. Questo disagio, accumulato e amplificato da un contesto di povertà, può portare ad una perdita di controllo emotivo, degenerando in tragedia. È importante sottolineare che la povertà non giustifica né scusa la violenza, ma aiuta a spiegare perché certi comportamenti si manifestano con maggiore frequenza in specifici contesti sociali. Non credo che le tragedie sono dettate esclusivamente dall'incapacità dell'uomo di accettare la fine di un rapporto sentimentale, non lo ritengo affatto plausibile.  

Il contesto nelle classi benestanti
Per quanto ascolto, tra le coppie benestanti, è raro sentire notizie di femminicidio. Questo non creo che significhi che queste relazioni siano immuni da conflitti, ma solo che le condizioni materiali attenuano le tensioni tra partner. Nelle famiglie con una solida base economica, una separazione non porta con sé la stessa angoscia legata alla sopravvivenza finanziaria. Le risorse disponibili consentono a entrambe le parti di mantenere uno stile di vita dignitoso, riducendo la pressione emotiva e psicologica legata al fallimento della relazione. Nelle famiglie benestanti, le dinamiche di separazione sono significativamente diverse. La disponibilità di risorse economiche riduce il rischio di scontri legati a questioni finanziarie, minimizzando le tensioni legate alla gestione patrimoniale.

La violenza sugli uomini è poco raccontata

Mentre il femminicidio riceve, giustamente, grande attenzione mediatica e sociale, esistono anche numerosi casi di uomini vittime di violenza psicologica e fisica da parte delle loro compagne. Queste forme di abuso, sebbene meno visibili, possono essere altrettanto devastanti per gli uomini, che di contro non esternano per vergogna. Al contrario della visibile violenza fisica, la violenza psicologica, in particolare, è una ferita silenziosa che logora la dignità e il benessere mentale, portando spesso gli uomini a sentirsi isolati, umiliati e impotenti. Alcuni anni fa ricordo di aver imparato da una suora molto anziana e saggia che la lingua non ha le ossa ma spacca le ossa. Molti uomini, per via di stereotipi culturali, esitano a denunciare gli abusi subiti per paura di non essere creduti o di essere addirittura ridicolizzati. Questa mancanza di supporto contribuisce al deterioramento del loro equilibrio mentale, spingendoli in alcuni casi a gestirli in malo modo. Io sono convinto nel valore della profonda parità tra uomini e donne, perché non è vero che l’uomo è sempre violento e la donna sempre vittima. Ci sono uomo violenti come esistono donne violente, ma gli stereotipi sono difficili da abbattere. Molte donne sono fortemente più cattive di alcuni uomini.

Per aiutare a prevenire il femminicidio
Per affrontare e prevenire il femminicidio, è necessario agire sulle cause profonde del problema, guardando su più fronti, con un focus particolare sulle disuguaglianze economiche:
  • Supporto economico post-separazione: Garantire misure di sostegno per entrambe le parti, per evitare che una separazione diventi un motivo di povertà assoluta per uno dei coniugi;
  • Accesso a servizi di mediazione e consulenza: Rendere accessibili programmi di mediazione familiare e supporto psicologico, indipendentemente dal reddito, per aiutare le coppie in difficoltà a trovare soluzioni pacifiche;
  • Riforme legali equilibrate: Rivedere le normative che regolano le separazioni, in modo da tenere conto delle esigenze di entrambi i partner, riducendo le disparità economiche e le tensioni che ne derivano;
  • Educazione emotiva e gestione dei conflitti: Promuovere programmi educativi per insegnare la gestione delle emozioni e delle controversie relazionali, soprattutto nelle fasce più fragili della popolazione;
Conclusione

La violenza nelle relazioni è un problema complesso che non può essere affrontato con soluzioni semplicistiche o visioni unilaterali. Per il momento lo stato tampona l'esigenza con una procedura rigida del cosiddetto codice rosso. È necessario costruire una cultura in cui uomini e donne possano confrontarsi in modo equo e rispettoso. "Femminicidio" e "violenza sugli uomini" non sono termini in opposizione, ma due facce della stessa medaglia: la difficoltà di costruire relazioni basate sul rispetto e sull'equilibrio davanti alla separazione. Credo che siamo ancora molto lontani e ci vorrà del tempo per abbattere queste barriere e garantire un futuro in cui la violenza, in ogni sua forma, sia un lontano ricordo. Il femminicidio non è solo un problema legato alla violenza di genere, ma riflette anche le profonde disuguaglianze sociali ed economiche che caratterizzano la nostra società. Le coppie che vivono in condizioni di precarietà economica sono maggiormente esposte al rischio di conflitti estremi, spesso con esiti tragici. Una società più equa, che offre sostegno concreto nei momenti di crisi, può contribuire a ridurre il rischio di femminicidio e garantire una maggiore serenità per tutti. Affrontare questo problema richiede uno sforzo collettivo: riformare le leggi, investire nel supporto sociale e abbattere le barriere che impediscono una gestione equa e rispettosa delle relazioni.

Commenti