PERCHÉ LA TV SEMPRE ACCESA DI GIORNO

ragazzo e televisione

Secondo gli esperti di psicologia, l'abitudine buona/cattiva di lasciare la tv sempre accesa durante il giorno, anche senza guardarla, rivela molto di più di una semplice necessità di distrazione. Molte persone hanno questa tendenza che da una prima valutazione potrebbe sembrare una semplice abitudine innocua, ma in realtà nasconde dinamiche psicologiche interessanti secondo gli esperti.

La psicologia ci offre diverse spiegazioni riguardo a questo comportamento e le sue implicazioni sulla mente e sul benessere. Io ho cercato di approfondire l’argomento consapevole di essere uno che protende verso questo vezzo. In molti casi, questa abitudine è legata al desiderio di compagnia, soprattutto quando si è soli. L'essere umano è un animale sociale e, spesso, il silenzio può risultare opprimente o scomodo. In questi momenti, il piccolo schermo diventa un rumore di compagnia, creando un ambiente che dà la sensazione di non essere soli. Questo fenomeno è noto come solitudine sociale, e può essere particolarmente evidente per chi vive da solo o lavora da casa. L'apparecchio acceso, in questo caso, fornisce una sorta di comfort psicologico.
Negli ultimi anni, mi sono reso conto di quanto la televisione abbia giocato un ruolo particolare nella mia vita quotidiana. Non parlo del classico binge-watching delle serie TV o di serate trascorse davanti a film, ma di quella strana abitudine di tenere la tv accesa senza mai guardarla davvero. Per molto tempo l’ho considerata una cosa non pericolosa, una sorta di sottofondo senza significato, ma col passare degli anni e dopo essermi imbattuto in articoli e ricerche sul tema, ho iniziato a notare che dietro a questo comportamento si nasconde qualcosa di più profondo.

Tornare a casa e ritrovarmi in un silenzio assoluto mi faceva sentire stranamente a disagio. Accendere la televisione era un gesto quasi automatico, un modo per riempire quel vuoto e sentirmi meno solo. Anche se non prestavo attenzione a ciò che trasmettevano, quelle voci di sottofondo creavano una compagnia immaginaria che, almeno in apparenza, alleviava la solitudine. Col tempo, ho scoperto che non ero affatto l’unico a farlo. Secondo molte ricerche psicologiche, questa abitudine è legata a quel fenomeno, già citato, chiamato solitudine sociale: il bisogno umano di sentire suoni e voci, anche quando non ci sono vere interazioni. La tv diventa una sorta di scudo emotivo contro il silenzio, una presenza costante che dà conforto. Ma è davvero solo questo?
Sempre approfondendo l’argomento, mi sono anche imbattuto nel concetto di teledipendenza, una forma di dipendenza comportamentale che non ha a che fare con sostanze, ma con l’incapacità di staccarsi dallo schermo. Ho iniziato a chiedermi: quanto di quella compagnia era davvero “necessaria” e quanto, invece, stava trasformandosi in una sorta di rifugio? Una distrazione costante per evitare di affrontare pensieri più profondi o momenti di riflessione?

Ho notato anche un altro aspetto interessante: lasciare la tv accesa per ore aveva un impatto sulla mia concentrazione e sul modo in cui mi sentivo a livello mentale. Il rumore continuo mi stancava, mi rendeva più irritabile e meno capace di concentrarmi su ciò che stavo facendo. Ho scoperto che esiste un termine per questo: overstimulation, ovvero l’eccesso di stimoli sensoriali che il cervello fatica a elaborare tutti insieme.

In questo caso, il corpo potrebbe rispondere con un aumento dei livelli di ansia, insonnia o difficoltà nella gestione delle emozioni. Il rischio, quindi, è che la tv non solo non venga guardata, ma che diventi un fattore di distrazione che contribuisce a un senso di inquietudine o disconnessione. Come in molte altre situazioni, il comportamento umano è spesso più complesso di quanto appaia a prima vista, e ciò che sembra una semplice abitudine può nascondere importanti segnali psicologici da non sottovalutare. Mi sono accorto che, nei periodi più stressanti, la tv diventava un rifugio automatico, ma non mi rilassava davvero, contribuiva, invece, a creare un senso di agitazione costante, come se non riuscissi mai a staccare del tutto la spina.

Quello che sembrava un semplice gesto quotidiano, quindi, si è rivelato molto più complesso. Da una parte, c’è il bisogno di compagnia e di distrazione, dall’altra il rischio di perdere il controllo del proprio spazio mentale, lasciandolo riempire da un rumore di fondo continuo. Non dico che sia sbagliato accendere la tv per non sentirsi soli, ma credo sia importante essere consapevoli di quanto possa influire sul nostro benessere mentale.

Oggi ci faccio più attenzione. Ogni tanto, mi impongo di lasciare la tv spenta e di abituarmi al silenzio. Sì, all’inizio può essere scomodo, ma ho scoperto che il silenzio non è il nemico che pensavo. Anzi, offre uno spazio prezioso per ascoltarsi, per riflettere e, soprattutto, per ritrovare un po’ di calma interiore. Però voglio dare atto che la sera prima di addormentami amo guardare qualcosa in tv.

Commenti

  1. Io sono un tipo più solitario capace di godere della pace del silenzio, ma a mio avviso è anche gradevole gioire della compagnia di uno spettacolo televisivo, pertanto secondo me va bene anche farsi compagnia con la tv accesa. Il tutto sta sempre nelle giuste misure ogni abuso è sempre sbagliato. Quindi concordo con la tesi dell'autore.

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  2. Io non amo molto la tv. Preferisco la radio, ma credo che il funzionamento sia lo stesso. A volte è accesa anche se non ascolto. Forse solo bisogno di compagnia.

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